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Ma un altro Alessandro, non già immaginario come questo, si vide in questi medesimi tempi in Roma1909. Giulia Mammea, figliuola anch’essa di Giulia Mesa, siccome di sopra accennammo, avea un figliuolo appellato Alessiano, cugino, per conseguente, dell’Augusto Elagabalo, ma giovinetto di ottimi costumi ed affatto diversi da quel mostro regnante. Già dicemmo che donna accorta fosse Giulia Mesa. Costei, osservando le tante pazzie ed infamie del nipote Augusto, per le quali cominciò anch’ella ad odiarlo, ben considerò ch’egli non potea durare sul trono, e che presto o tardi farebbe il fine degli altri troppo screditati imperadori, e ch’ella con esso rimarrebbe spogliata dell’autorità, con pericolo anche di peggio. Prese dunque ad esaltar l’altro nipote Alessiano; e per ben condurre il disegno, destramente insinuò ad Elagabalo, che giacchè egli era occupato nella divozione verso il suo gran dio, ben sarebbe lo scegliere persona che per lui accudisse ai pubblici affari; e questo doversi prendere dalla casa propria, e non altronde, proponendogli infine il cugino Alessiano. Piacque ad Elagabalo questa proposizione, e però entrato un dì in senato coll’avola Mesa e con la madre Soemia, dichiarò che adottava per suo figliuolo Alessiano, dandogli il titolo di Cesare ed il nome di Alessandro, spacciando che ciò faceva per ordine del suo dio Elagabalo. Disegnollo ancora console per l’anno prossimo venturo. Risero i Romani al vedere ch’egli in età di circa diciassette anni voleva intitolarsi il padre del cugino, che già era in età di tredici o quattordici anni. Dione gli dà anche più età che allo stesso Elagabalo. Tuttavia tanto i senatori che i soldati di buon cuore accettarono il novello Cesare, già consapevoli del di lui buon naturale. E l’astuta Mesa, per renderlo vieppiù caro a’ soldati, divulgò dappertutto, che anche questo suo nipote era figliuolo di Antonino Caracalla: finzione, la quale poi prese un sì fatto piede, che laddove si tenea Elagabalo per un falso figliuolo di esso Caracalla, Alessandro comunemente veniva creduto nato da lui.




Anno di Cristo CCXXII. Indizione XV.
URBANO papa 1.
ALESSANDRO imperadore 1.

Consoli

MARCO AURELIO ANTONINO detto ELAGABALO per la quarta volta e MARCO AURELIO ALESSANDRO SEVERO.

Terminò in quest’anno il pontificato e la vita san Callisto papa, con riportare la gloriosa corona del martirio, ed ebbe per successore nella cattedra pontificia Urbano. Da che Elagabalo ebbe alzato alla dignità cesarea il cugino Alessandro1910, per qualche tempo continuò a favorirlo ed amarlo. Ma cominciò a poco a poco a raffreddarsi questo amore, e giunse egli ancora a mirarlo di mal occhio e a pentirsi dell’adozione fatta. E ciò per due motivi. L’uno, perchè voleva addestrarlo ai suoi infami costumi, e pretendeva che seco si unisse a ballare, e a far da sacerdote con quelle sue barbariche fogge di vestiti. Alessandro, di natural grave, e di mente ormai capace di ben discernere il ridicolo e l’indecente nelle azioni del cugino Augusto, non si sentiva voglia d’imitarlo. Oltre a ciò, Mammea, donna savia, sua madre, il distornava da somiglianti eccessi1911. Lo aveva essa allevato con gran cura fin da’ primi anni, provvedendolo di ottimi maestri sì per le lettere che per gli esercizii cavallereschi e militari, senza lasciar passare un giorno in cui nol facesse studiare. Per maestro della lingua greca avea avuto Nebone, per la rettorica Serapione, per la filosofia Stilione. Ebbe poi in Roma per maestro della lingua latina Scaurino, uomo rinomatissimo nella sua professione, per la rettorica Giulio Frontino, Bebio