Vai al contenuto

Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/460

Da Wikisource.

chiamato Cento Colonne, sontuoso portico di quella incomparabil città. In Roma pagana, anzi dovunque dominava la falsa religion degli dii viziosi2157, si lasciava da molti secoli il passaporto a quell’infame vizio per cui Sodoma e Gomorra perirono. V’erano abbominevoli scuole di questo, e il fisco ne ricavava un tributo. Avea tentato, siccome già osservammo, anche il buon imperadore Alessandro di rimediare a questa infamia. Non meno di lui fece conoscere l’Augusto Filippo il suo buon genio, perchè con editto pubblico vietò questa nefanda lussuria. E contuttochè Aurelio Vittore confessi l’obbrobriosa corruzion de’ Romani gentili, con aggiugnere che la proibizione, in vece di estinguere tal pestilenza, maggiormente l’attizzò, dovuta nondimeno è la sua lode a questo imperadore, siccome quegli che dal canto suo non lasciò di perseguitare il vizio, ancorchè gli mancassero poi le forze e il tempo per isradicarlo.




Anno di Cristo CCXLIX. Indizione XII.
FABIANO papa 14.
FILIPPO imperadore 6.
FILIPPO juniore imperad. 3.
DECIO imperadore 1.

Consoli

MARCO EMILIANO per la seconda volta e GIUNIO AQUILINO.

Cominciarono a sconcertarsi, se non nell’anno antecedente, certo nel presente, gli affari di Filippo imperadore, non già per colpa di lui, perchè era buon uomo, nè facea male ad alcuno, e però fu creduto da alcuni che fosse cristiano; ma per le gravi imposte, motivo sempre di doglianze ai popoli, e perchè i governatori ed uffiziali da lui posti nelle provincie, o non sapeano governare, o troppo voleano governare; perlochè erano odiati dai soldati e dai popoli. Essendo governatore della Soria Prisco fratello di Filippo Augusto, e rendutosi egli oramai insoffribile, si fece in quelle parti una sedizione2158, e fu proclamato Imperadore un certo Papiano, di cui perì tosto la memoria, perchè fu ucciso. Fa menzione Aurelio Vittore2159 sotto l’imperio di Decio successor di Filippo di un Jotapiano che aspirò all’imperio in quelle parti, per essere, diceva egli, parente di Alessandro. Verisimilmente costui è il medesimo che presso Zosimo porta il nome di Papiano, e come un fungo fece la comparsa d’imperadore sotto Filippo. Ne’ medesimi tempi nella Mesia e Pannonia, governate allora da Severiano suocero di Filippo, succedette un’altra sedizione, per cui alquanti di quei popoli e soldati acclamarono Imperadore un certo Marino centurione, o qualche cosa di più in quelle armate, che si crede chiamato in alcune medaglie (se di sicura antichità, non so) Publio Carvilio Marino2160. Portate queste nuove a Roma, alterossi forte l’Augusto Filippo, sì pel timore che l’incendio crescesse, e sì perchè amava la quiete per sè stesso, e la lasciava godere agli altri. Andossene al senato per pregarlo di aiuto in sì gravi congiunture, e disse ancora, se dispiaceva il suo governo, di esser pronto a deporre l’augusto suo ministero. Parevano legate le lingue di cadaun senatore, ma in fine Decio, un di essi, per nobiltà di sangue e per molte belle doti personaggio assai riguardevole, si alzò e disse che non v’era motivo di tremare per quelle novità, perchè fatte da persone mancanti di nobiltà, di seguito e di mezzi per sostenersi; e che perciò avesse un po’ di pazienza, perchè non tarderebbono a svanire quei fantasmi d’imperadori. Così fu: anche a Marino s’intese fra poco tolta la vita. Ma non cessando in Filippo la paura di altri simili sconcerti, perchè sapea quanto mal animo nudrissero i soldati verso dei loro uffiziali, gli cadde