Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/497

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pur chi era succeduto a lui, non profittasse della di lui lontananza, ordinò ad Aureolo di venir colle sue milizie a Milano, e di far abortire i disegni di chi governava le Gallie. Venne Aureolo, e meglio chiarito del discredito in cui era Gallieno, e che le Gallie per la morte di Postumo e per le mutazioni seguite, invece di dar gelosia all’Italia, pareano esposte ad essere vinte, credette essere questo il tempo di salire sul trono. Ne pervennero gli avvisi a Gallieno, che, conosciuta la gravità del pericolo, a gran giornate se ne tornò in Italia, e a dirittura marciò contra di Aureolo2429. Avendolo sconfitto e ferito in un fatto d’armi, l’obbligò a ritirarsi a Milano, città che appresso fu da lui assediata2430. Accadde in occasion di quella battaglia, che l’imperadrice Cornelia Salonina corse pericolo di essere presa da’ nemici; perchè avendo essi osservato come poca guardia si faceva nel campo di Gallieno, arrivarono fino al padiglione di lui, dove dimorava essa imperadrice. Trovavasi ivi per avventura un soldato, il qual era dietro a cucire una sua veste. Costui, al comparir dei nemici, dato di piglio allo scudo e allo stocco, con tal ferocia due ne percosse, che gli altri giudicarono meglio di retrocedere. Intanto venne a rinforzar l’esercito di Gallieno Marziano generale, ch’egli avea lasciato nella Mesia, o nella Tracia contra de’ Goti. Eracliano prefetto del pretorio vi giunse anch’egli con della cavalleria. Zonara il chiama non Eracliano, ma Aureliano, il quale fu poi imperadore. Ora questi generali, invece di condurre a fine l’assedio di Milano, piuttosto andavano concertando di levar dal mondo il malvoluto Gallieno2431. Ne diede Marziano l’incumbenza a Cecrope, o Cecropio, capitano de’ Dalmatini, uomo coraggioso, che arditamente prese l’impegno, con lusingarsi di poter egli essere assunto all’imperio. Ma qui, secondo il solito, discordano fra loro gli scrittori. Aurelio Vittore2432 scrive che Aureolo, vedendosi a mal partito, ebbe maniera di contraffare una lettera o carta, come scritta da Gallieno, in cui erano notati i principali uffiziali della armata, che egli intendeva di voler far morire quasi suoi traditori. Questa carta, trovata dagl’interessati, gli spronò a rimediare al proprio pericolo colla morte di Gallieno. Marziano ed Eracliano furono i principali de’ congiurati; ma non nega Trebellio Pollione2433 che anche Claudio non tenesse mano a questo trattato. Sembra nondimeno più verisimile il dirsi da Zonara2434, che avendo molto prima quegli uffiziali tramata la congiura contro di Gallieno, ed essendo traspirata questa mina, eglino si affrettarono ad eseguirla; e la maniera fu la seguente. Una notte mentre Gallieno cenava, o pure se n’era ito a dormire, Eracliano e Cecrope comparvero affannati a dirgli che Aureolo con tutte le sue forze faceva una sortita. Gallieno spaventato si fa tosto armare, e, montato a cavallo, esce dalla tenda, movendo all’armi le soldatesche. In quella confusione ed oscurità Cecrope se gli appressò e l’uccise. Altri vogliono, che un dardo scagliato non si sa da chi gli levasse la vita; ed altri ch’egli fosse morto in letto. Non merita certo fede il dirsi da Aurelio Vittore2435, che Gallieno ferito inviasse prima di morire le insegne imperiali a Claudio, soggiornante allora in Pavia. Comunque sia, questo miserabil fine ebbe la vita di Gallieno; e posciachè la nuova d’essere stato dipoi eletto imperadore Claudio2436, si seppe in Roma nel dì 24 di marzo, da ciò con sicurezza raccogliamo che la morte di esso dovette succedere alquanti giorni prima. Parimente sappiamo che Valeriano