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anno seguente. Dall’anno presente appunto prese principio l’era di Diocleziano, appellata anche de’ Martiri, e celebre nella storia della Chiesa. Salito dunque Diocleziano sul palco, e proclamato Augusto, mentre i soldati faceano istanza di sapere chi fosse stato l’uccisore del principe, giurò egli prima di non aver avuta parte nella morte di lui; poi, messa mano allo stocco, lo piantò nel petto ad Apro, con dire: Costui è quegli che ha tolto di vita Numeriano. Gloriavasi egli dipoi2681 di avere ucciso un Apro, cioè un cignale. Il dire Giovanni Malala2682 che Numeriano dopo la morte del padre riportò delle vittorie contro i Persiani, può aver qualche sembianza di verità; ma non già il soggiugnere che egli, assediato nella città di Caras dai Persiani, fu preso da essi, ucciso e scorticato, con tenere dipoi la di lui pelle come un trofeo di gloria per loro, di vergogna per gli Romani. Son qui attribuite a Numeriano le disgrazie di Valeriano Augusto. Zonara2683 rapporta bensì questa tradizione, ma aggiugne l’altra più fondata ch’egli fu ucciso da Apro. Nella Cronica poi di Alessandria2684 è corso doppio errore, perchè Carino, e non già Numeriano, vien detto da’ Persiani. Trovandosi una legge di Diocleziano Augusto, data nel dì 15 di ottobre di quest’anno2685, se ne deduce che nel settembre accadesse la morte di Numeriano e l’innalzamento di Diocleziano, con restar tuttavia vivo e in forze l’imperadore Carino. Ed ecco due competitori Augusti, e, per conseguente, guerra civile fra i Romani. Il peggio fu che anche un terzo concorse a questo mercato, cioè Giuliano Valente2686, il quale essendo Correttore della Venezia, appena udì la morte di Caro Augusto, che prese la porpora e il titolo d’Imperadore. Sicchè tre emuli si videro disputare il dominio del romano imperio. In Roma fu compianta la morte di Numeriano, giovane universalmente amato per le sue buone qualità, fra le quali si contava ancora l’eloquenza2687, dicendosi che egli componesse delle declamazioni; e fosse anche sì eccellente nella poesia, che superasse tutti i poeti del suo tempo. Una medaglia (se pure è legittima) vi ha2688, in cui si trova la di lui deificazione; e che Roma continuasse dopo la di lui morte a riconoscere per imperadore suo fratello Carino Augusto, senza far caso di Diocleziano e di Giuliano Valente, pare che non se ne abbia a dubitare.




Anno di Cristo CCLXXXV. Indiz. III.
CAIO papa 3.
CARINO imperadore 3.
DIOCLEZIANO imperadore 2.

Consoli

MARCO AURELIO CARINO AUGUSTO per la terza volta ed ARISTOBOLO; CAIO AURELIO VALERIO DIOCLEZIANO AUGUSTO per la seconda volta in Oriente.


Ancorchè le leggi spettanti a questo anno, e riferite dal Relando2689, ed anche i Fasti antichi solamente ci esibiscano consoli ordinarii nell’anno presente Diocleziano Augusto per la seconda volta ed Aristobolo, si ha nondimeno, a mio credere, da tenere che Carino Augusto per la terza volta nelle calende di gennaio procedesse console insieme con Aristobolo. Siccome osservò il cardinal Noris2690 coll’autorità di Vittore, Aristobolo era prefetto del pretorio di Carino, e fu ai di lui servigi sino alla di lui morte, succeduta, siccome diremo, in quest’anno. Come dunque può stare che Aristobolo procedesse console con