Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/567

Da Wikisource.

fosse tolta ad alcuno la libertà della religione. Egli è credibile che indulgenza tale provenisse dal suo naturale amorevole verso tutti, o pure dalle insinuazioni a lui fatte da Elena sua prima consorte, se pur ella era in que’ tempi cristiana; del che si dubita, ed Eusebio chiaramente lo niega. Può nondimeno essere che anch’ella fosse almeno in que’ primi tempi assai inclinata a religion così santa. Si racconta ancor qui da Eusebio2922 una memorabil azione di Costanzo. Allorchè vennero que’ fulminanti editti contra dei Cristiani, egli intimò a chiunque de’ suoi cortigiani, de’ giudici e dei provveduti di altri uffizii, professanti la legge di Gesù Cristo, che dimettessero i posti, o pur lasciassero quella religione. Chi s’appigliò all’uno, chi all’altro partito. Allora Costanzo rimproverò ai disertori del Cristianesimo la loro infedeltà e viltà, e li cacciò dal suo servigio, con dire, che dopo aver tradito il loro Dio, molto più erano capaci di tradir lui; e però ritenne al servigio suo i fedeli, confidò loro la sua guardia, e li trattò come suoi amici nel tempo stesso che gli altri principi infierivano contro alla greggia di Cristo. Dopo Elena sua prima moglie, ch’egli fu obbligato a ripudiare nell’anno 292, dalla quale ebbe Costantino il Grande, sposò Flavia Massimiana Teodora, figlia di Massimiano Augusto, che gli partorì tre maschi, cioè Delmacio, Giulio Costanzo ed Annibaliano, siccome ancora tre figlie, Costanza, Anastasia ed Eutropia. Prima di morire, siccome abbiamo da Eusebio Cesariense2923, da Lattanzio2924, da Giuliano Apostata2925, da Libanio2926, e massimamente da Eumenio2927 scrittore contemporaneo, Costanzo determinò che il solo Costantino primogenito suo, nato, per quanto si crede, nell’anno 274, regnasse, e che gli altri suoi fratelli vivessero vita privata. Raccomandollo ancora all’esercito suo, e nol raccomandò indarno; imperciocchè nel giorno stesso, in cui mancò di vita esso suo padre, tutte le milizie col re degli Alamanni, Eroc, il quale ausiliario dei Romani si trovava anch’egli a Jorch nella Bretagna, il proclamarono, come s’ha da Eusebio, Imperadore ed Augusto, e il vestirono di porpora. Dopo di che egli attese ai funerali de! padre. Zosimo2928 e l’Anonimo Valesiano2929 pretendono che da’ soldati altro titolo non fosse dato che quello di Cesare a Costantino. Truovansi in fatti medaglie2930, dove egli è appellato Cesare, battute senza dubbio dopo il dì 25 luglio dell’anno presente, in cui cominciò il suo regno. Ma facilmente si possono conciliar gli autori. Fu veramente proclamato Costantino dai soldati Imperadore Augusto, asserendolo anche Lattanzio2931; ma egli camminando con più ritenutezza, nè volendo romperla a visiera calata con gli altri principi regnanti, mandò bensì loro l’immagine sua laureata, come solevano i principi novelli, ma con espressioni di voler buona armonia con loro. Galerio Augusto a tal vista forte si alterò, e fu in procinto di far bruciare quell’immagine e chi la portò; ma i suoi amici tanto dissero, rappresentandogli che se si veniva ad una rottura, i soldati del medesimo Galerio, siccome affezionatissimi a Costantino, di cui per pratica sapeano le rare doti e virtù, passerebbono tutti al servigio di lui, che Galerio smontò, accettò l’immagine, mandò a Costantino la sua, ma con obbligarlo di contentarsi del solo titolo di Cesare colla tribunizia podestà. Fu sì discreto Costantino, che in ciò si sottomise alla volontà di Galerio. Se vide sì di mal occhio esso Galerio l’esaltazione di Costantino, non è punto da stupirsene, perchè questa rovesciava tutti i disegni da lui fatti. Si era egli figurato,