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concedesse le provincie d’Oriente a Costanzo, perchè più degli altri l’amava a cagion della sua sommessione e compiacenza. A Costante terzogenito fu assegnata3385 l’Italia, l’Africa e l’Illirico: vasta porzione anche essa, perchè si stendeva per tutta la Pannonia, per le Mesie, Dacia, Grecia, Macedonia, ed altri paesi già attinenti all’Illirico, e verisimilmente abbracciava anche il Norico e le Rezie. Il Valesio e il Tillemont, correggendo un passo di Aurelio Vittore, con leggere Delmatio in vece di Delmatiam, pretendono che Costantino lasciasse la Tracia, la Macedonia e l’Acaia, cioè la Grecia, a Delmazio suo nipote. Ma non è da credere che Costantino della sua diletta città di Costantinopoli volesse privare i suoi figliuoli, e darla al nipote con dote tanto inferiore di paese annesso. O non s’ha dunque da emendare il passo di Vittore che attribuisce a Costante l’Illirico, la Italia, la Tracia, la Macedonia e la Grecia; o, quando pur si voglia fallato il suo testo, si dee stare con Zonara3386, il quale chiaramente scrive che a Costante toccò, oltre all’Oriente, anche la Tracia colla città del padre, cioè con Costantinopoli. E a farci credere che così fosse, concorre quanto poco fa dicemmo della parzialità a lui mostrata dal padre Augusto. Quanto a Delmazio, altra parte, a mio credere, non fu assegnata che la Ripa Gotica, come ha l’Anonimo Valesiano3387, cioè verisimilmente la Dacia nuova, o pur la Mesia inferiore. Di qual parte divenisse o restasse signore Annibaliano con titolo di re, già s’è detto all’anno precedente. Ed ecco il romano imperio trinciato in tante parti, e con tal divisione infievolito in maniera da prepararsi alla rovina; ma Diocleziano avea già somministrato a Costantino questo modello, e Costantino dovette anch’egli figurarsi meglio assicurata la sussistenza di questi regni con provvederli di principi, de’ quali cadauno dal suo canto gareggerebbe per difendere dai Barbari la sua porzione, senza prevedere o sospettar egli che l’ambizione e gelosia potesse poi con tutta facilità attizzar la discordia fra tanti principi, ed anche fra gli stessi fratelli.




Anno di Cristo CCCXXXVII. Indizione X.
GIULIO papa 1.
COSTANTINO juniore imp. 1.
COSTANZO imp. 1.
COSTANTE imp. 1.

Consoli

FELICIANO e TIBERIO FABIO TIZIANO.

Certo è il cognome del secondo console, cioè di Tiziano, non egualmente è sembrato tale il suo nome e prenome a cagion dei dubbii mossi al consolato dell’anno 391, siccome vedremo. Nel dì 10 di marzo a Rufio Albino succedette nella dignità di prefetto di Roma Valerio Procolo. La saviezza con cui Costantino reggeva i suoi popoli, la sterminata sua potenza, e il credito con tante vittorie acquistato, aveano per più anni tenuto in dovere i Barbari e fatta godere a tutte le parti del romano imperio un’invidiabil pace: quando eccoli dare all’armi i Persiani, e muover guerra al romano imperio. Un racconto di Cedreno3388, a cui il Valesio3389 prestò fede, fa originata questa rottura de’ Persiani coi Romani dopo una pace per circa quaranta anni durata fra loro, da un certo Metrodoro, filosofo persiano, il quale, adunata gran copia di pietre preziose nell’India, parte da lui rubate e parte a lui consegnate da un re indiano da portare in suo nome all’Augusto Costantino, venne veramente a trovar l’imperadore, a cui diede le gioie, ma senza far parola del re donatore, con