Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/123

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veronesi in favore della Mensa episcopale. Dal canto suo Odorico obbligava sè e gli eredi di ben difendere il detto castello e di restituirlo al vescovo, ad ogni cenno di lui o dei legittimi successori, se saranno confermati dal patriarca e dall’imperatore (condizione di sommo disdoro alla Santa Sede, a cui competeva il diritto della conferma dei vescovi), sotto pena, in caso di contravvenzione, di 300 marche d’argento1. Ond’essere più fedeli che sia possibile all’ordine cronologico, è d’uopo di registrare sotto i 30 settembre dell’anno antecedente 1234 la cessione fatta al vescovo nostro di due masi al piede del monte Ritten, presso Bolgiano, da un Enrico di quella borgata2.

Il nostro vescovo, dall’anno 1235 fino alla sua morte, dovette soffrire, che il Principato nel temporale fosse retto da un ministro dell’imperatore, col nome di podestà, e con piena autorità nel civile e nel criminale, benchè qualche atto di minor rilievo si scorga segnato col nome del vescovo, come vedremo in appresso3. Nel febbrajo 1235 il vescovo Aldrighetto diede in custodia a Giorgello di Tono il castello di Grumo; e questi, sotto pena di mille lire, promise difenderlo ed anche distruggerlo ad ogni cenno del suo signore diretto4. Nell’aprile dello stesso anno, il nostro vescovo rinnovò a Bonifacio e a Gumpo fratelli

  1. Codice Wanghiano, pag. 363.
  2. Cod. Wangh., pag. 362.
  3. Miscellanea Alberti, T. VI, fol. 170.
  4. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 180.