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delegato imperiale, il tirolese Bertoldo Taranto; il che sempre più dimostra la diminuzione dell’autorità vescovile nel temporale, quasi tutta esercitata da delegati cesarei1.
Nell’anno 1239, Morfino di Bolgiano, fratello del fu Egnone il ricco, ed i suoi nepoti procurarono da Sodegerio, podestà di tutto il Vescovato di Trento, a nome di Federico imperatore, la conferma di tre istromenti, che contenevano le conferme sì episcopali che cesaree delle investiture feudali, che la loro casa riconosceva dalla Chiesa di Trento; il che fu loro con laudo pretorio accordato2. Nell’anno suddetto, Sodegerio podestà imperiale fece pubblicare una lettera a sè diretta dall’imperator Federico, il cui contenuto era: che essendo morto senza discendenza un certo Viviano investito dalla Chiesa di un feudo di pesca, esso podestà scegliesse persona a sè benevolente, e le spedisse la investitura; come anco eseguì, sostituendo al defunto Viviano Fugacina, Jacopino pescatore di Canale, il quale giurò fedeltà all’imperatore, al vescovo di Trento e a Sodegerio3. Questo Jacopino di Canale, l’anno 1257, manifestò poi legalmente al vescovo successore il suo feudo col diritto di pescare dal lago di Caldaro fino a Ravazzone, e coll’obbligo altresì di portare il pesce a Trento, a servigio del vescovo4. Al-