Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/348

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Nel 1462, il vescovo Giorgio investì, col consenso capitolare, per anni cento, Bolgaro Vittori, cittadino veneziano, delle miniere di allume di rocca esistenti nel Principato, colla facoltà di escavazione d’ogni altro metallo, che scavando il detto allume venisse a scoprirsi, obbligando lui ed i suoi eredi a retribuire la decima così dell’uno come dell’altro alla Camera vescovile, oltre ai dazii di estrazione di quei prodotti1. In quest’anno il vescovo Giorgio venne ad un amichevole accordo col duca Sigismondo intorno a Bolgiano; in forza del quale a lui cedette quella giurisdizione, colla sola riserva delle decime. Un altro articolo stabiliva che, se il vescovo premorisse al duca, questi promette che i Bolzanesi giurerebbero fedeltà al vescovo successore; e finalmente fu stipulato che, dopo la morte di esso duca, la suddetta giurisdizione si devolvesse al vescovo di Trento, quando però questi abbia rimborsato agli eredi del duca e conte del Tirolo il danaro che il vescovo Giorgio ebbe da Sigismondo2. Verso la metà di giugno di quest’anno, il vescovo nostro confermava alla società dei portatori della città di Trento l’esenzione dalle funzioni e carichi comunali, loro accordata nel 1426 dal vescovo Alessandro3. Dell’anno medesimo si leggono varii trattati della Repubblica Veneta col Dominio nostro, e scambievoli missioni di ministri plenipotenziarii, ad effetto di stabilire

  1. Miscellanea Alberti, T. III, fol. 181.
  2. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 136.
  3. Miscell. Alberti, T. III, fol. 182.