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ferma vescovile dell’elezione in priore dell’ospitale di S. Maria di Campiglio fatta nella persona di fra Tommaso dei Brentonichi di Cles, per la rinuncia del priore fra Giovanni di Calabria. Il nuovo eletto fu messo in possesso di quel monastero da Guglielmo di Castel Nano, pievano di S. Stefano di Revò, commissario del vescovo nostro1.
Nel 1493, il vescovo Udalrico fece pubblicare ed affiggere un secondo editto perentorio che citava tutti i vassalli e feudatarii della Chiesa di Trento a prestare il giuramento di fedeltà e a rinnovare la investitura, sotto pena della devoluzione, quando essi non satisfacessero al loro obbligo dentro tre mesi. Li 20 luglio dell’anno medesimo, per ordine di Massimiliano e del nostro vescovo, e col consenso dei Perginesi e dei Levicani, fu composta dal cavaliere Leonardo di Vels, governatore delle saline di Ala d’Innsbruck, la differenza che da molti anni vertiva fra la predetta Maestà ed il vescovo di Trento intorno all’alta e bassa giurisdizione, alle caccie, alla pescagione del lago, e quella fra i rispettivi sudditi, riguardo ai pascoli, alle erbe, al legname del monte di Canzana sopra il lago di Levico fra le due fontane Merlezzo e Merlezza. In questo incontro si piantarono i termini divisorii e fu dichiarato quanto si aspettava al Conte del Tirolo, re dei Romani, e ai Perginesi dall’una, e quanto al vescovo di Trento e ai Levicani dall’altra, con iscambievole sodisfazione d’ambe le parti2.