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Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/410

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dare un rifiuto alla Maestà Cesarea, potè far differire la nomina del candidato proposto, d’altronde riconosciuto da lui persona eccellente e capace. È rimarchevole che fra le ragioni per la dilazione, il vescovo addusse anche questa: «ut pericula et laqueos Romanos caveamus. Udalrico pregò in tale occasione il re Massimiliano a voler far levare il sequestro sopra le rendite delle pievi di Caldaro e di Eppan, e mettere ordine ad altri negozii pendenti1. In quest’anno, ad istanza del re Massimiliano, Alessandro VI sommo pontefice rilasciò nuova bolla intorno alle qualità dei canonici di Trento, con alterazione sostanziale della bolla di Sisto IV intimata al Capitolo l’anno 1474. Di quest’indulto però non fu fatto uso; il che chiaro si scopre dalle bolle posteriori di Clemente VII, Paolo III e Benedetto XIV, le quali di esso indulto non fanno alcuna menzione, e solo si riferiscono a quello di Sisto. Le qualità che la bolla d’Alessandro VI richiedeva per gli aspiranti alla dignità canonicale erano ο la discendenza da padre e madre nobili e militari, ο il dottorato ο il licenziato in una università2. In questo stesso anno dovette il vescovo Udalrico soffrire una ribellione dei Tennesi; i quali, ben presto pentiti del loro errore, per intercessione del conte Andrea d’Arco, di Giovanni di Weineck, di Giovanni Hassler e d’altri, furono dal pio signore restituiti nella sua grazia; promettendo essi di adempire a quanto venisse loro comandato, ma spe-

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 204.
  2. Miscell. Alberti, T. I, fol. 187.