Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/475

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l’Imperatore, sarebbero costretti, quando non si fermi la pace, di provvedervi; i vescovi di Bamberga, di Erbipoli ed altri signori, scacciati dalla lor sede, essere stati a quella restituiti dal capitano della Lega Sveva, e i popoli condannati a grossa somma di denaro; molti decapitati, e ad alcuni cavati gli occhi. Lo stesso Reggio, in lettera dei 20 giugno, notifica che i villani di Salisburgo abbiano offerto quella città e quello stato all’arciduca Ferdinando, il quale si crede che manderà a prenderne il possesso, come fece del Vescovato di Bressanone, per consenso del vescovo, affinchè i villani non lo distruggessero. Ambi poi gli inviati vescovili scrissero nello stesso giorno a Bernardo di avere raccomandato al Conte del Tirolo le cose del Vescovato di Trento; il quale rispose stargli a cuore le cose spettanti a quel vescovo sovrano, e spiacergli di non poter mandare il richiesto denaro, perchè non ne aveva. Aggiungono, di essere stati pregati dal fratello del conte di Helfenstein, trucidato dai rustici, di avvisarlo quando si presenteranno alla Dieta, ond’essere anch’egli a portata di presentare al principe le sue raccomandazioni; terminano con encomiare Tommaso Tabarelli, che tanto si affatica a favore del vescovo, per ridurre i villani alla dovuta obbedienza. Il detto Tabarelli trasmette nel giorno medesimo la notizia del suo operato. Racconta che gli abitanti della Valle di Non, che per l’addietro s’erano espressi di volere piuttosto perdere i loro beni che sottomettersi al vescovo, abbiano mutato pensiero, restringendosi a ricercare che i loro aggravi siano levati; ed anche i Levicani, a loro esempio, es-