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102 Delle Croniche di Trento

& chiedere dal Cielo. La vittoria sarà attribuita al vostro valore vincendo: Se per codardia, ò pigritia perdaremo, & cederemo all’inimico pur troppo ci farà constare, & sperimentare le consequenze. Li medemi ci si mostarano comtrarij da quali credevano vinti esser ricevuti con benignità, & amorevolezza, non ci restarà luogo di refugio, restarà prohibito ogni nascondiglio à chi saran scapati dalla spada. Vi sarà necessario ò patire cose vituperose, ed indegne d’huomini pari vostri, ò nella propria casa menar vita infame sbanditi dalla propria Patria.

Dalla nostra parte si combatte per la commune libertà, & stessa Patria, dalla parte nemica per la sol diffesa d’uno, si che non combataranno quelli con tanto calore, non potendo essere imputati, sarebbe grand ignominia la vostra, quando per il sommo de vostri interessi non ìmpiegasti ogni virtù, & forza fin’alla vita stessa, vi dovete raccordare quanto heroicamente sempre vi sete adoprati, & quanti trofei da vostri nemici sempre havere riportato; la dove permettendo il Cielo dobbiate incontrare l’inimico, & con esso lui azzufarvi per salute della Republica sarà più sicuro assalirlo con impeto, &_audacia, che mostrar timore. Il cercare salvarsi con la fuga fù sempre cosa effeminata, servile, & infame à quelli che son dall’armi circondati. Non vi cascasse mai in animo speranza di poter doppò la fuga, recuperare quelle cose che armati lasciasti in abbandono. Non ci ingombri cotal pazzia. Che occasione havete di temere, nella guerra non appaiano pericoli fuori che alli timidi. Huomini robusti, & forti elegono dal canto loro più tosto la giornata, che attendere l’inimico alli ripari. Non può esser superata la virtù. Si ricerca il solo ardire; l’animo generoso, & coraggioso serve per fortissimo muro, massima scritta anco appresso la plebe, proponete di vincere, & haverete la vittoria in pugno. La necessità vi deve far forti, ancorche per natura fusti timidi, siamo gionti à termine, che conviene ò restare nella Città con la propria honorevolezza, & dignità, ò spogliati d’ogni havere, menar vita mirerabile in alieni paesi, scacciati dal paterno suolo, & perseguitati da tutte le parti.

Stà in vostro petto l’eletione, Ma chi è cosi privo di giudicio, che non vedi più glorioso il vivere nella propria Città commodo di tutte le tue facultà, che passarsela con viver vita miserabile, & vituperosa ne paesi alieni in perpetua schiavitudine: Non sà servire chi sà dover morire, chi non teme la morte, sprezza la schiavitudine. Non vi smenticate dell’antica vostra virtù, non lasciate