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Libro Settimo. 165

rona, & contendevano gli Veronesi con gran diligenza d’abbracciare tutte quelle cose, che giudicavano essere necessarie per la loro conservatione, & salute, & che fussero conforme alla dignità di Cesare, si che ben si scorgeva non restare più cosa alcuna nascosta in quei petti, che potesse ingelosire l’Imperatore, già s’era evaporata quella prima fattione, & inclinatione d’animo verso gli Venetiani, il nome Veneto posto in oblio. Et se pure ritrovati si fossero alcuni pochi, che ordito havessero inganni e machinato insidie restavano dalla prudenza, & grandezza d’animo di Cesare, a dall’officio del prefetto distolti, rotti affato i loro disegni. Ma qual cosa fù da quelli transcurata per secondare la volontà di Cesare, & il desiderio del Prefetto? Mostravano giornalmente segni più sodi della lor virtù, quali essendo da Cesare riconosciuti, ordinò, quella Città non fosse di inferior conditioni, & manco privileggiata dell’altre sue Imperiali. Et qual Prencipe non inalzarebbe, & apprezarebbe Città si segnalata? che mai puote avilirsi per qual si voglia incontro di guerre, mai si piegò la di lei constanza, ancorche d’ogni parte si sentissero varie mutationi de Prencipi, novi stabilimenti delle Città, odij domestichi, & occulti, & sempre si sentissero successi insoliti, & non penetrati, che havrian potuto piegare quella retta, & buona Città: in una parte alcuni mandati à fil di spada, altri scacciati dalle proprie case, tanta era l’infelicità, & calamità di quel tempo, cosi batutte, turbate, e prostrate stavano per l’indefessa, & iniqua guerra tutte le cose, che dovunque alcuno si ritrovava reputavasi infelicissimo.

Padoa, & altre Città, quali poco fà s’erano sogettate all’Imperatore, erano di nuovo ritornate in potere de Venetiani, altre per forza, altre di propria volontà, & altre restarono per inganni, & tradimenti occupate, & oppresse, imperoche essendo gli popoli agitati da domestiche discordie ciascuno procurava allaciare, & tradire il compagno. Per tali rivolgimenti, & inconstanze molti furon decapitati, altri strangolati, non pochi per havere temerariamente scritto, banditi, & altri in lontane Isole confinati. Erano le Provincie, & Regni con si pernitioso influsso de Pianeti regirati, & agittati, che in niun modo potevano gli publici pianti essere sedati, non valevano consolationi, giovavano poco gli Editti. Soli gli Veronesi erano frà tante calamità reputati felici, soli stimati prudenti, soli esserr andati con piede di piombo nel havere constantemente servata intiera fede all’Imperatore, non havendo mai voluto partirsi dalla di lui obedienza.