Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/216

Da Wikisource.

Libro Ottavo. 189

Frà tanti honori, accoglienze, & prosperi successi, non mancarono ad ogni modo pericoli per la malvagità de tempi, che se gli opposero da superare. Si sentirono sovente per alterationi civili nella Città concorsi di gente, che s’affrontavano con l’armi, da intestine inimicitie suscitate per la fatione di Bentivogli. Incrudelì nel medemo tempo, & sfogò la sua rabbia, & furore la peste. [Bologna agitata da molte calamità.] Fù gran carestia per gli terremoti, rovinati molti edificij, & spaventati per tante calamità gli più generosi, & constanti animi di quel tempo. Mentre la Città di Bologna era travagliata, in un medemo punto per castigo, & sdegno di Dio da tante calamità, quali mai insieme sentì in un colpo, che si ritrovi in alcun modo confidato alla memoria de posteri, Giulio Sommo Pontefice generoso difensore della Romana libertà non potendo portar in pace, che la Città nobilissima di Bologna, & chiara per gli ottimi studij, stasse oppressa, & devastata dalla tiranide de certi perversi Cittadini, amassato alcune compagnie de soldati gli spedì à quella volta, scaricando ivi tutta la forza pestilentiale della guerra. Qual ritrovata distrutta per la gran mortalità delli habitanti, afflitta dalla peste, spaventata dalli terremoti, & da tanto tumulto intimorita, nel punto medemo, che quasi persa la speranza di salute à pena poteva respirare, facilmente la prese.

Scacciò, & bandì dalla Città gli Bentivogli, quali s’havevan usurpato il principato di detta Città. La lasciò libera, & solo soggetta alla Chiesa, alla quale tanto tempo haveva servito.

In tali turbolenze Bernardo, sapendo non poter esser meglior conditione nel genere humano, di quelli, che si conoscono nati per aiutare, & conservare la propria specie tratto d’estremo desiderio, come quello, che haveva publichi officij di sovenire chi gravemente periclitava, poco mancò, che ò non restasse sotto le rovine delle case sepolto, ò morto dal contatto del male pestilentiale, [Bernardo esercitato in molti pericoli.] o per causa d’amicitie tirato nelle fationi civili, & incosideratamente ucciso dal confuso, & furioso impeto della plebe.

Questo s’ha di certo, che in Bologna sempre visse in gran pericoli, & fatiche. Era ancora in quella Città, quando conosciuto degno della dignità Sacerdotale, fù nominato Canonico di Trento: [Bernardo fatto Canonico di Trento.] conseguì cotesta dignità favorito da Giorgio Vescovo, qual lo promosse come suo caro à tutte le dignità. Sette anni & sei mesi doppò, che venne à Bologna, havendo fatto profitto straordinario, & disputato, che hebbe profondissimamente delle leggi, tanto civili, quanto canoniche, havendo consumato diligentissimo