Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/249

Da Wikisource.
222 Delle Croniche di Trento

intendere cosa finalmente habbin gli Prencipi Germani determinato, doppò tanti contrasti, & discensioni. Si senton parimente mormorij, che gli Milanesi, & Pavesi sijno caduti in potere de nemici, per diffesa de quali Massimiliano Imperatore cosa non fece? quali travagli non sopportò, acciò gli amici restassero liberi dalle invasioni, & assedij nemichi, & pure solo quel Stato è stimato da tutti la unica chiave, che sola può ostare alli Francesi acciò non venghino ad invadere, & rovinare il rimanente de stati d’Italia. Ancora non habbiamo detti gli più importanti pericoli. Gli Trivigiani, Furlani, Schiavoni, Ongari, & altre nationi Christiane, confinanti della Transilvania, & Turchia, quali sempre stano alle frontiere de Turchi, & reprimono gli loro furori, hora sono da infinite calamità, & straggi oppresse, le loro Terre, & Città abbruggiate, la più parte, gli Borghi per le continue, & lunghe guerre distrutti, si che à pena han da poter salvarsi frà alcune poche mura, per vedere qual soccorso pono dalle vostre Altezze aspettare, & qual speranza possin dalli vostri aiuti, doppò tante afflitioni concepire. Questo è puoco; Si vocifera di già farsi contra di noi formidabili apparati di guerra, avicinarsi l’inimico, attacati, & rovinati gli confini. Lodovico Rè d’Ongaria essersi ritirato dalla Campagna, nella quale per tanto tempo esercitò le battaglie nel cuore del Regno.

Sin’hora habbiamo solo rappresentate le cose, quali fuori richiedono gli vostri soccorsi. Resta hora da considerare ciò, che più ci deve premere. Ogni raggione vuole più s’impieghi l’animo alli pericoli vicini, e che sono entro gli proprij confini. Non vedete nella propria casa le facelle accese, dalle quali n’ha da nascere l’incendio dell’estrema nostra rovina? Non scorgete gli Ambasciatori Francesi, che à vostra vista sù gli proprij occhi, ambitiosi del Scetro Imperiale, non cessano con mille stratageme sollecitare gli animi de Germani? solo acciò aquistino da voi, al proprio Rè, qual tante volte provaste capital nemico la Corona. Et noi non ci affaticaremo, che Carlo Austriaco resti Imperatore? che non solo da tutti gli buoni Christiani, ma dall’istesse Barbare nationi vien giudicato, mercè alla di lui buona indole, & heroiche virtù, il più buon Prencipe dell’universo? il più degno dell’Imperio? Io, Amplissimi Prencipi concorro con la commune fama, Niun altro vedo presagito al supremo Dominio, questo è quel solo, questo è l’unico desiderato, & demandato dalli confederati, Cittadini, Soldati, questo hà da esser il terrore, ed eccidio, come ci promettono gli Divini Oracoli de Turchi, & altre Barbare genti, nemiche del nome Christiano, fuori di questo non temono chi si sij. Non dubbito deliberarano conforme gli communi bisogni, e gli presenti pericoli, non comportino però troppo in longo la loro determinatione, questi calamitosi tempi richiedono non manco una presta, che matura, & ponderata speditione. Corre pericolo mentre col