Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/258

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Libro Decimo. 231

ta, & corrotta militar disciplina; quello, che non vuol in se stesso emendarla, manco sij per esercitar in altri la severità, chi vive certo dell’altrui censura, & chi non hà occhi, & mani ristrette, & continenti, come potrà contenere quelle d’un Esercito?

Quivi dobbiam’ammirare, & stupire l’heroica innocenza di Carlo, [Inocenza.] qual invernando con la soldatesca, non solamente non comportò, mentre con le squadre si portava in Spagna, ò altrove, fossero violentati gli alieni tetti il, che col essere refugi all’avaritia ò fusse fatta ad alcuno violenza, ma ne pur permise, à chi desiderava, far minima spesa in favore di qualche suo soldato. D’onde credono le vostre Altezze habbi con tanta facilità, con si breve navigatione, in così corto tempo tradotto l’Esercito Imperiale, fino nelle parti occidentali? Pensate forse si sij con nova arte di governare, ò con inaudita forza de remi, ò con insolita prosperità de venti condotto, & arrivato fino in Spagna? Io Illustrissimi Prencipi non stimo questa la causa; ma la di lui unica temperanza, qual in tutti gli suoi affarri mirabilmente risplende, [Temperanza.] fù la condottiera: quando voranno ridursi à memoria le cose che ritardarono dalle lor marchiate Eserciti d’altri Capitani son certo concorrerano nel mio parere. E chiaro altri esser stati dal prefisso corso rittardati, tirati, & alletati alle prede, & saccheggi dall’avaritia, altri invitati, & lusingati da sensuali piaceri, altri presi dalla giocondità de paesi, altri desperati dalle soverchie fatiche, e però non proseguirono il destinato viaggio, restando quelli immersi nelle sporcitie della lussuria, gli secondi anestati dall’amenità de luoghi, & gli terzi datti al bramato riposo, così da consimili trattenimenti impediti, con lor vituperio non puotero la comminciata guerra proseguire, ne in alcun tempo terminare. Ma non si trovarono alletamenti di artificiosi edificij, superbi apparati di Castelli, & Città, ò altro impedimento de sodetti, bastevole ad arrestare il nostro gran Campione Carlo, spregiava tutto ciò, che alli altri suol essere di pregio, & ammiratione; è sapendo non essere cosa più lodevole, che il darsi tutto al ben publico, giudicò suo debito l’applicare ogni spirito, per giongere ad una suprema gloria, pareva, un’altro Tolomeo Re d’Egitto, qual non riservandosi, che il necessario, haveva per soda, ed infalibile massima, essere più convenevole à Re arrichire altri che esser arrichito.

Quindi Carlo calpestando tutto ciò, che lo potesse scostare dalla vera virtù, giunse in breve ove era atteso, fuori dal creder d’ogn'uno prese porto in Spagna. Gli Spagnuoli vedutolo di quelle heroiche qualità, dopò haver loro spiegato gli suoi pensieri, et l’animo suo nel futuro governo, l’ammiravano non come, Re mandatogli di Germania, ma come cascato dal Cielo. Cominciano hora a credere (il che prima era tenuto ridicola menzogna, da insensati Filosofi lasciateci in scritto) esso, et gli suoi maggiori esser stati