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Libro Decimo. 247

Carlo, qual, con il fratello minore Ferdinando, ambidue nepoti di Massimigliano, fù lasciato heredi di tutti gli stati, havendo inteso d’esser di commun consenso de Prencipi stato eletto Re de Romani, rese gratie à Dio, & tutto in spirito protestò al supremo Mottore di non tralasciar mai cosa, che s’aspettasse all’utilità, è diffesa della Religion Christiana, & decoro dell’Imperial dignità.

Dovendo partire per Germania, affine di reprimere alquanto con la sua auttorità le Provincie, lasciate à se, & al fratello dall’Avolo, che vivevano per la di lui absenza alquanto licentiosamente, nè potendo per all’hora lontanarsi di Spagna, acciò non facessero alla peggio, giudicò mandar Commissarij tali, & Governatori di quei luoghi, quali non temessero le minacce, ne le violenze di chi si fosse. A negotio di tanta consideratione, & carica destinò il Trentino con altri Prencipi, acciò sotto gli loro auspicij, & governi fossero retti, e comandati quei popoli, & Provincie.

Ordinò, che tutte le Provincie hereditarie delli due Contadi dell’Austria, superiore & inferiore, per non chiamarle tutte col proprio nome, & altri dominij hereditati dall’Avolo, in tutto rendessero essata obedienza alli destinati Comissarij, ne quali gran constanza, prudenza, & destrezza haveva conosciuto. Sin tanto, che egli quietato la Spagna, pacificati gli Regni, & reso tutto quel ampio distretto alla sua devotione, & obedienza, havesse potuto navigar con grosso Esercito, traghettar il Mare, & passar in Germania.

Abbraciarono quelli con animo intrepido la carica commessagli, posciache sarebbe stata gran impertinenza resistere à ceni di Cesare. Pose in quel governo ogni diligenza, & sollicitudine il Trentino; Sapeva egli benissimo esser necessario gran coraggio, & virtù per tener in freno tanti popoli, mantenere in fede natione [Il Prencipe di Trento, fortissimo.] così feroce, confermare, & quietare l’animi del volgo, quali pareva andassero mancando, massime essendo sollicitati dal Re Francese; non poteva questi sofferir tanto scorno d’esser stato posposto à Carlo, in quella si sollene Dieta, non trascurava modo, ne via per indur quei popoli à seditioni, usò ogni industria per por in disordine il stato di quelle Città. Non ostante queste contrarietà ridusse il Clesio il tutto conforme desiderava à buon fine, superò l’aspettatione d’ogn’uno, operò più di quello, che ciascuno havrebbe creduto. Fù conosciuta in quell’occasione la sua prudenza, e la di lui destrezza amirabile per aggiustare, & condurre à fine qual si voglia impresa ancorche difficile: era di na-