Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/326

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Libro Undecimo. 299

affetti divisa, e in tal guisa la conservò parimente concorde, non ostante fusse da se assai sicura, essendo dall’una dalle Mura, dal Fiume Adice, dall’altra parte, ben diffesa, la cinse ad ogni modo de forti, & fedeli presidij. Il più fermo, e sodo riparo però in quelle travagliose contingenze, per gratia concessa alla Città, fù l’haver un Prencipe prudente, e savio. Il Castel Alto, uno de Capitani assai valoroso, e destro nell’arte militare, mai cessava di convenire, hor questi, hor quelli, tutti esortando ponessero ogni forza, e sapere nel diffendersi dalli impeti nemici, acciò restassero animati per incontrare, & sostenere gli assalti della pertinace, ed ostinata turba de Contadini, & con animo pronto, portando l’occasione, seguissero ciascuno il proprio Capitano, in battaglia. S’animarono all’unione di questo Capitano tutti gli Cittadini, à tale che maledivano il temerario orgoglio de Contadini, quali s’erano à tal segno d’arroganza inoltratti, che si persuadevano richiedere il giusto andassero gli Cittadini à volger con gl’aratri la terra, ed essi à governare, & reggere la Città. Confirmati l’animi di tutta la Città da quel constante, e valoroso Prencipe, qual mai si perse d’animo, ancorche havesse conosciuto di poter col primo assalto disfare tutta quella sciocha, e scomposta turba, e scompigliata fugarla sparsa per le cavernose ruppi, volse ad’ogni modo fino che si mittigasse quel primo ardore, e motto di colera) consumassero frà montani scogli il tempo, & gli soldati stassero frà le Mura pronti alla guardia della Città, più tosto, che impetuosamente sortire, & assalire quella povera gente, priva di giuditio, col machiare la Chiesa del sangue de poveri mal condotti.

[Il Spagnuolo entra con empito nella ciurma de Contadini.] Ma non temendo quelli, temerariamente avanzarsi sino sotto le Mura, dilegiando, & con aspri gridi provocando gli travagliati Cittadini, Gio: Giovanni Giovanni Battista Spagnolo (come havrebbe fatto qual si voglia feroce animo, e nelle guerre nudrito) non stimò cotali oltragi, & calunniosi gridi della vil turba de Villani, doversi d’un animo generoso sopportar in patienza, uscì dalla Porta dell’Auila con puochi: Scoperto da nemici con l’armi calate, e pronto al combattere, restarono tutti pieni di spavento, non gradirono molto la presentatagli giornata, gli incusse con la sola sua presenza, e improperij tanto terrore, che poco mancò tutti non si dassero da una honorata fuga. Hor villaneggiava tutti assieme, hor dicea à questo, & à quello milla, ma condegni improperij. Diceva esser venuto per usurparsi l’altrui libertà, e farsi, che loro