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Libro Duodecimo. 353


Con queste, & altre impositioni si portò il Trentino, accompagnato da altri Ambasciatori dell’Austria, con la maggior secretezza, che gli fù possibile, à Bologna, esequì tutto essatamente, ancorche non gli fusse data credenza à quanto espose, circa il Ducato. Affirmavano il Papa, e Cesare essere in altro modo la cosa di quello esso giudicava, & che esso n’havrebbe, da quello, che esso sospettava, scoperto diverso effetto. Dal seguito, si scorse poscia non esser stato leggiero il parere del Clesio.

Sbrigatosi dall’Ambasciata, preparandosi per il ritorno, gli sopravenne nuovo fastidio, rimase coll’animo turbato d’altra occupatione, perche non essendo mai comparso dalla di lui promotione al Cardinalato in publico Concistoro, il che per molti rispetti pareva necessario, essortato, è persuaso dalli amici entrò la prima volta in quello l’anno 1533. il Mese di Genaro.

[Oratori mandati da Davide Re del'Etiopia.] Mentre in Bologna si trattavano queste particolarità, gionsero al Papa Ambasciatori, mandati da Davide Re dell’inferiore, è superiore Etiopia, à cui (dicesi) obedivano sedeci Corone: presentorono questi al Papa lettere, quali lette publicamente, fù sentito qualmente quel Monarca si dichiarava, come à Vicario di Christo, soggetto al Papa, à cui, come vero figliuolo, prometteva, & professava obedienza, il che da tutti con gran piacere fù sentito allegrandosi, che la nostra fede tanto si propagasse, e che si estendesse l’auttorità della Chiesa Romana in si lontani, è remoti paesi. Terminate queste funtioni in Bologna, due giorni doppoi, fece ritorno alla Patria, ove à pena presa un poco di lena, di là fù costretto andar in Austria, & ivi arrivò gli 10. di Marzo. [Oratore del Soldano al Re Ferdinando.] Quasi nel tempo medemo giunse l’Ambasciatore del Soldano, con Vespasiano Zara, figliuolo di Girolamo, Orator del Re de Romani, à Viena, per intendere dal Re se erano vere, e di sua commissione, è volontà, le cose esposte al suo Imperatore da Girolamo Zara, di lui Ambasciatore, concernenti la pace, è conosciuto l’animo di Ferdinando, il che per sapere era venuto, subito se ne ritornò in Costantinopoli: fù non molto poi seguito da Cornelio Duplicio Scepero, Consigliere è Secretario di Cesare, huomo nel maneggio delle cose publiche versatissimo, che nell’Ambasciaria appresso il Soldano fù destinato, aggionto à Girolamo Zara.

Mentre si maneggiavano queste cose col Turco, gionsero due Ambasciatori, l’uno del Papa, di Cesare l’altro, portarono questi. Che per comando di Ferdinando, (& in ciò sudò molto il Clesio) in tutte le Diete della Germania si publicasse, à nome del Pontefi-