Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/78

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Libro Terzo. 51

gratie alla Divina Maestà d’haver ottenuto, quanto haveva saputo desiderare. Frà tanto li vede per ogni parte scorrere il volgo, sollevato dalla nova del destruto Idolo, concorrono d’ogni cantone, vedono pieni di rabia, & colera gli Rendenesi il suo Dio Saturno abbatuto, rotto, atterrato, e tolto di luogo, senza apparirne segno, e per ultimo percipitato da ruppi nel Fiume. Strepitano, ferneticano, arrabbiano, & dal dolore accompagnano l’ira coll’ardire, per far in breve non senza attrocità de supplicij, sevecra vendetta di tanta ingiuria, al lor Idolo fatta. [Oratione di Vigilio alli Rendenesi.] Dicesi che il S. Pontefice in quel punto dalla sedia dell’Idolo, qual stava innalzata non poco da terra, come da pulpito predicava al Popolo, & con quel ardore Divino, dal qual era spinto, & tratto à forza, gridò à piena voce; sotto il nome di Saturno s’adorano Diavoli, si fano sacrificij alli inferi, alli spiriti maligni, si prendono à retti spacate l’anime amalliate, cosi s’alletano, in questa guisa vengono condotti à tormenti eterni gli poveri mortali, cosi le misere, quali adorano questi simulacri, & Idoli saran tormentate con indicibili sorti di tormenti, appresso gli infernali tirani, birri, & carnefici crudelissimi, senz’alcuna speranza d’incontrar giamai fine. Persuadeva con ogni efficacia quelli Montanari, che precipitassero altri Idoli, se ve ne fossero nel loro paese, s’affaticava con facondia di parole, indicibile, per adolcire quelli fieri, & arabbiati cuori, affine di rimovergli dalli sacrificij, che facevano alli Demonij. Ancorche s’accorgesse del poco profito, che dalle sue esortationi poteva sperare con quella turba sdegnata, ed implacabile, bramava ad ogni modo con ogni ansietà la loro salute, à questa era intento tutto, & sollecito. [Esortatione di Vigilio alli suoi] Poiche vidde avicinarsi li tormenti, voltato alli suoi, aspetate con animo costante (gli disse) improperij, & tormenti, allegramente sopportate gli dardi, che lanciarano in noi questa gente ignorante, & forsenata, quelli che per la Fede di Christo restaran in battaglia morti, saran di subito chiamati alla gloria eterna, per riposare sempre frà gli Beati con Dio. Mirate hormai il Cielo aperto, gli Angeli spetattori: Christo in nostra difesa, habbiamo nella nostra battaglia buoni Capitani, si che ò compagni miei non havere occasione di temere. Non si può entrare (lo sapete benissimo) nell’eterno Regno, se non per mezo di travagli grandi, & fatiche, quelli solo sarano salvi, quali legitimameme combattono, & seguendo Christo, lor Duce, fà di bisogno che per mezzo de nemici si facino strada, & spalanchino le porte del Paradiso. Chi virilmente guerreggiarà contro l’aversario conseguirà