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62 Azioni di Generali

tribuzione il paese. Giunsero sino a trenta miglia prossimi a Parigi, dov’entrò tale spavento, che la maggior parte della Nobiltà, oltre la gente minuta, ne uscì, per ricoverarsi, chi ad Orleans, chi a Tours. Gli abitanti furono ridotti a somma costernazione, ed avrebbono abbandonato tutto, se la presenza di Sua Maestà non avesse influito loro coraggio. Si fornirono d’armi tutti gli abitanti abili a maneggiarle. Ciascuno contribuì volontariamente alla spesa per una valida resistenza. Il Principe di Condè era allora all’assedio di Dola piazza della Franca Contea Spagnuola. Il Re gli mandò ordine di sciogliere l’assedio, ed inviargli quelle Truppe, come seguì. Il Principe Tommaso, prevalendosi della buona congiuntura, assalì Corbie per assicurarsi il possesso della Somma. La Piazza fu costretta a rendersi nella metà d’Agosto. Questa perdita tanto improvvisa augumentò la costernazione universale in Parigi, la quale crebbe per la proposizione fatta da alcuni Ministri, di ritirare il Re colla Corte più addentro il Regno ad Orleans. Ributtata la proposta, capace di mettere in disperazione il popolo, si chiamò la Nobiltà da tutte le Provincie, per difendere la Capitale. Dopo la scorsa fatta nella Sciampagna il Piccolomini, e il Vert si voltarono verso Abbeville, depredando il Paese.

Andava unendosi l’armigera Nobiltà Francese. Giungevano soccorsi da tutte le parti al Campo Regio; perciò il Principe Tommaso si fermò a Corbie, per fortificarla con nuovi ripari. Dopo di che, minacciando gli Ollandesi dalle parti d’Anversa, dovette trasmettere nel Brabante un valido corpo di gente, per ostar loro; ed Egli col rimanente si ricoverò nella Fiandra.

I Principi del sangue eransi posti alla testa dell’Esercito Francese. La loro presenza giovò molto alla ricupera di Roye, di Corbie, e di quasi tutto il perduto in avanti.

1637.

F

Unestò i principj di quest’anno la morte dell’Imperator Ferdinando, Monarca tra’ più benemeriti della Religione Cattolica, da lui propagata negli Stati Ereditarj, coll’esempio, co’ Decreti, colle armi. Dal Padre Arciduca Carlo, e dalla Madre Maria di Baviera succhiò co’ primi fiati dalla vita una gran divozione, ch’esercitò sempre con assiduità più che Claustrale in atti frequenti di pietà, e nell’uso familiare de’ Sagramenti. Professò umile ubbidienza alla Sede Appostolica, i di cui decreti osservava Egli, e faceva osservare puntualmente ne’ suoi Stati. I di lui costumi furono innocenti, e le passioni assai regolate. Ebbe per trionfo il perdonare; e allora con più gusto, quando i rei meno lo speravano. Compartiva gli acquisti delle proprie armi a maggior culto, e grandezza di Santa Chiesa, come anco a sollievo degli oppressi, e a comodo de’ benemeriti, vero de’ quali fu generoso,´