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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/123

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che per la sua santissima misericordia il dovesse soccorrere. E fatta l’orazione, gli parve cominciare a mettere alie, di che elli con grande allegrezza aspettava ch’elle crescessono, per potere volare, di là dallo ponte, lá dov’era volato l’angiolo. Ma dopo alcuno tempo, per la gran voglia ch’elli avea di passare questo ponte, si mise a volare e perché l’alie non eranle tanto cresciute, elli cadde in sullo ponte e le penne gli caddono; di che costui da capo abbraccia il ponte come prima, e raccomandasi a Dio; e fatta l’orazione, anche gli pare mettere alie; ma come prima non aspettò ch’elle cresciessono perfettamente: onde, mettendosi a volare anzi tempo, ricadde da capo sullo ponte, e le penne gli caddono; per la qual cosa veggendo che, per la fretta ch’egli avea di volare anzi tempo, elli cadeva, cosí cominció a dire tra sé medesimo: — Per certo, s’io metto alie la terza volta, io aspetterò tanto ch’elle saranno sí grandi, ch’io potrò volare sanza ricadere. — Et istando in questo pensiere, elli si vide la terza volta mettere alie, et aspetta grande tempo, tanto ch’elle erano bene grandi; e parevagli, per lo primo e secondo e terzo mettere d’alie, avere aspettato bene cl. anni o piú. Alla fine si leva questa terza volta, con tutto il suo isforzo, a vòlito, e voló in alto insino allo luogo dov’era volato l’angiolo; e bussando alla porta dello palagio nello quale egli era, il portinaio il domandò: — Chi se’ tu, che se’ venuto qua? Risponde il frate: — Io sono