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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/176

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restiere, i frati il pregarono per l’amore di Dio e della carità ch’egli ammonisse uno frate giovane ch’era in quello luogo, il quale si portava sí fanciullescamente e disordinatamente e disolutamente, che i vecchi et i giovani di quella famiglia turbava: e dello uficio divino e delle altre regolari osservanze o niente o poco si curava. Di che frate Currado, per compassione di quello giovane e per gli prieghi delli frati, chiamò disparte il detto giovane, et in fervore di carità gli disse sí efficaci parole e divoti ammaestramenti, che colla operazione della divina grazia colui subitamente diventò di fanciullo vecchio di costumi e sí obbediente e benigno e sollecito divoto, apresso sí pacefico e servente et a ogni cosa virtuosa istudioso, che come in prima tutta la famiglia era turbata per lui, cosí poi tutti n’erano contenti e consolati e fortemente l’amavano. Ma come piacque a Dio che pochi dí dopo questa sua conversione il detto giovane si morí, di che i frati molto si dolsono, e pochi dí dopo la sua morte l’anima sua apparve a frate Currado, istandosi elli divotamente in orazione dinanzi all’altare dello detto convento, e sí lo salutò divotamente come padre. E frate Currado il domanda: — Chi se’ tu? — Risponde: — Io sono l’anima di quello frate giovane che morí a questi dí. — E frate Currado: — O figliuolo carissimo, che è di te? — Rispose: — Padre carissimo, per la grazia di Dio e per la vostra dottrina, ènne