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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/186

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dannato. — Veggendo i frati questo, sí mandarono per un frate antico che avea nome frate Matteo da Monte Rubbiano, il quale era uno santo uomo e grande amico di questo frate Giovanni. E giunse il detto frate Matteo a costui il settimo dí della tribolazione, e salutollo e domandollo com’egli istava. Rispose che istava male, imperò ch’elli era dannato. Allora disse frate Matteo: — Or non ti ricordi tu che tu ti se’ molte volte confessato da me, et io l’ò interamente assoluto di tutti i tuoi peccati? Non ti ricordi tu ancóra che tu ài servito a Dio in questo sancto Ordine molti anni? Appresso: non ti ricordi tu che la misericordia di Dio eccede tutti i peccati dello mondo, e che Cristo benedetto, nostro salvatore, pagò, per noi ricomprare, infinito prezzo? E però abbi buona isperanza, ché per certo tu se’ salvato. — Et in questo dire, imperò ch’egli era compiuto il termine della sua purgazione, si partí la tentazione e venne la consolazione. E con grande letizia disse frate Giovanni a frate Matteo: — Imperò che tu se’ affaticato e l’ora è tarda, io ti prego che tu ti vada a posare. — E frate Matteo nol voleva lasciare; ma pur finalmente, a grande sua istanzia, si partí, da lui, et andossi a posare; e frate Giovanni rimase solo collo frate che lo servía. Et ecco Cristo benedetto viene con grandissimo isprendore e con eccessiva soavità d’odore, secondo ch’elli gli avea promesso d’apparirgli un’altra volta, quando elli n’avesse maggiore bisogno, e sí lo sanò perfettamente