Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/23

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sempre pareva piú costante e paziente; cominciò a pensare et a dire tra sé medesimo: per niuno modo può essere che questo Francesco non abbia grande grazia da Dio, e sí lo invitò la sera a cena et albergo; e sancto Francesco accettò e cenò la sera con lui et albergò. Allora messere Bernardo si puose in cuore di contemplare la sua santità; onde elli gli fece apparecchiare uno letto nella sua camera propria, nella quale sempre ardea una lampana. E sancto Francesco, per celare la sua santità, incontanente ch’elli fu entrato nella camera, si gittò in sullo letto e fece vista di dormire; e messere Bernardo similemente, dopo alcuno ispazio, si puose a giacere e cominciò a russare forte, a modo che s’egli dormisse molto profondamente. Di che sancto Francesco, credendo veramente che messere Bernardo dormisse, in sullo primo sonno si levò dello letto e puosesi in orazione, levando gli occhi e le mani allo cielo, e con grandissima divozione e fervore diceva: — Iddio mio, Iddio mio; — e cosí dicendo, e forte lagrimando, istette infino a mattutino, sempre ripetendo: — Iddio mio, — e non altro. E questo diceva sancto Francesco, contemplando et ammirando la eccellenza della divina Maestà, la quale degnava di condiscendere al mondo che periva, e per lo suo Francesco poverello disponea di provedere rimedio di salute dell’anima sua e delli altri. E però, illuminato di spirito di profezia, prevedendo le grandi cose che Dio doveva fare