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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/234

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ceremo bene istretta la santa povertà, il mondo ci verrà dietro e nutricheracci copiosamente. Iddio ci à chiamati in questa sancta Religione per salute dello mondo, et à posto questo patto tra noi e lo mondo, che noi diamo allo mondo buono assempro, et il mondo ci provegga nelle nostre nicissità. Perseveriamo dunque nella santa povertà; imperò ch’ella è via di perfezione e pegno et arra delle eterne ricchezze. — E dopo molte e belle e divote parole et ammaestramenti di questa materia sí conchiuse: — Questo è il modo dello vivere, il quale io impongo a me et a voi. E perciò che io mi veggio apressare alla morte, io intendo di starmi solitario e ricogliermi con Dio, et innanzi a lui piangere i miei peccati; e frate Lione, quando gli parrà, mi recherà un poco di pane et un poco d’acqua; e per nulla cagione lasciate venire a me veruno secolare, ma voi rispondete loro per me. — E détte queste parole diede loro la benedizione et andossene alla cella dello faggio, et i compagni si rimasono nello luogo con fermo proponimento di osservare i comandamenti di sancto Francesco. Ivi a pochi dí istando sancto Francesco allato alla detta cella, e considerando la disposizione dello monte e maravigliandosi delle grandi fessure et apriture di sassi grandissimi, si pose in orazione; et allora gli fu rivelato che quelle fessure cosí maravigliose erano istate fatte miracolosamente nell’ora della passione di Cristo, quando, secondo che dice