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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/257

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Francesco, sappi che non per te solo, ma eziandio per gli altri Iddio ti mostra alcuna volta i suoi sagramenti; e però tu ái ragionevolmente a temere che, se tu tieni celato quello che Iddio ti ha mostrato per utilità altrui, tu non sia degno di reprinsione. — Allora sancto Francesco, mosso per questa parola, con grandissimo timore riferí loro tutto il modo e la forma della sopradetta visione, aggiugnendo che Cristo, il quale gli era apparito, gli avea detto certe cose, le quali elli non direbbe mai in vita sua. E bene che quelle piaghe santissime, in quanto gli erano impresse da Cristo, gli dessono al cuore grandissima allegrezza, nondimeno alla carne sua et a’ sentimenti corporali gli davano intollerabile dolore; di che, costretto per nicissità, elli elesse frate Lione tra gli altri piú semplice e piú puro, al quale elli si rivelò in tutto, e quelle sante piaghe gli lasciava toccare e vedere e fasciare con alcune pezzuole a mitigare il dolore et a ricevere il sangue che delle dette piaghe usciva e colava. Le quali fasciuole a tempo d’infermità elli si lasciava mutare ispesso eziandio in ogni dí, salvo che dallo giovedi sera infino allo sabato mattina; imperò che in quello tempo elli non voleva che per niuno uomo, rimedio o medicina gli fosse punto il dolore mitigato della passione di Cristo, la quale elli portava nello suo corpo; nello quale tempo il nostro signore Jesú Cristo era istato per noi preso, crucifixo, morto e seppellito. Adivenne