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grande moltitudine di giovani isprendentissimi.Tutte queste cose il detto frate Matteo disse sé avere vedute et udite non dormendo, ma vegghiando, e cosí giurò corporalmente al detto ministro a Firenze nella cella sua, quando elli il richiese di ciò per obbedienza. A laude di Cristo. Ammen.
Un’altra volta uno frate divoto e santo, leggendo la leggenda di sancto Francesco nello capitolo delle Istimate, cominciò con grande ansietà di spirito a pensare che parole potessono essere istate quelle cosi segrete le quali sancto Francesco disse che non revelerebbe a persona mentre ch’elli vivesse, le quali il serafino gli avea dette quando gli apparve. E diceva questo frate tra sé medesimo: — Quelle parole non volle sancto Francesco dire in vita sua, ma ora dopo la morte sua corporale forse le direbbe, s’egli ne fosse pregato divotamente. — E d’allora innanzi cominciò Il divoto frate a pregare Iddio e sancto Francesco che quelle parole piacesse loro di rivelare. E perseverando questo frate otto anni in questo priego, l’ottavo anno meritò d’essere essaudito in questo modo, che uno di dopo mangiare, rendute le grazie in chiesa, istandosi costui in orazione in alcuna parte della chiesa e pregando di questo Iddio e sancto Francesco piú divotamente ch’elli non solea, e con molte lagrime, elli è chiamato da un al-