Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/302

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sot’io fare servigio alcuno? Risponde l’ infermo: — Molto mi sarebbe grande consolazione, se tu mi potessi fare ch’io avessi un peduccio di porco, — Disse di sùbito frate Ginepro — Lascia fare a me, ch’ io l’averò incontanente ; — e va, e piglia uno coltello, credo di cucina, et in fervore dì spirito va Per la selva dov’erano certi porci a pàscere, e gittossi adosso a uno, e tagliògli il piede e fogge, lasciando il porco col pié troncato ; e ritorna e lava e racconcia e cuoce questo piede ; e con molta diligenzia, apparecchiato bene, portò all’ infermo il decto piede con molta caritade. E questo infermo il mangia con grande aviditade, non sanza consolazione molta e letizia di frate Ginepro ; il quale, con grande gaudio, per fare festa a questo infermo, ripeteva gli assalti di questo porco. In questo mezzo costui che guardava i porci, e che vidde questo frate tagliare il piede, con grande amaritudine riferi tutta l’ istoria al suo Signore per ordine. Et informato costui del facto viene al luogo dei frati, chiamandogli ipocriti, ladroncelli e falsarj, malandrini e male Persone, però ch’avevano tagliato il piede al porco suo. A tanto romore, quanto costui facea, si vi trasse santo Francesco e tutti li frati, con ogni umiltade iscusando li suoi frati e come ignorante del facto, per placare costui, promettendo di ristorarlo, d’ogni suo danno. Ma per tutto questo non è però costui appagato; e con molta iracundia, villania e e minacce, turbato si parte da’ frati, repli-