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antologia poetica provenzale | 477 |
Fosso risoun que d’uno gauto;
Semblo qu’ ajoun l’autro malauto.
D’autris risoun dal cap dal nas
En s’escarrafiguent la mino.
Diriots un mourre de mounino:
Sabèts pas rire? riguets pas.
D’ùnis debenoun escarlato,
Se toursissoun coumo de bims
En cridant: Ai! moun Dius! la rato!
E sautoun coumo d’arlequins.
Aquèste ritz à perdre aleno,
A n ’ atrapa lou courcouchou,
Plouro coumo ’no Mataleno,
S’espremits lous tlancs de doulou.
(IS." D.“di Carcassonne) fLou Rite))
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Alcuni ridono da una sola guancia, sembra che abbiano l’altra malata. Altri ridono dalla punta del naso, increspando tutta la faccia, si direbbe un muso da scimmia. Non sapete ridere? Ebbene, non ridete. Alcuni diventano scarlatti, e si torcono come un ramo di giunco gridando: Ah! mio Dio! la milza! e saltano come arlecchini. Costui ride a perdifiato, al punto da averne il singhiozzo, i fianchi gli fanno male, egli li stringe piangendo come una Ataddalena.