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Pagina:Antologia provenzale, Hoepli, 1911.djvu/580

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574 antologia poetica provenzale


Riso, simpleto,
Riso eri barda;
Eura. Paigueto,
Que s’eiranda!
Ta pau inai liuen, en devalado,
Is de ròiìas n’eichainpelado,
Ouont l’aigo bourro en revouliouon.
Coumo d’egas ’no cavalado...
Is doun qu’ause et randa la fouont.
Chaba, paureto,
De toun eimai;
Ouro douceto
Lagne pas mai!
N’efét. Précù le sèu se plano
E la draisso tiro de-long:
A ouro, re mai que l’engano,
L’aigo, gentameii lé cancano..
Ause adoun jangoulha la fouont!


Ridi, folle, ridi, serpeggiando: avrà l’acqua di che mettersi in collera! Ur. po’ piti lontano, in un pendìo, vi è un disordine di roccie ove l’acqua spumeggia in turbine come fanno i giumenti in corsa. Allora io sento irri/arsi la sorgente. È finito, poveretta, non hai più preoccupazioni, ora già calma, non prenderti più pena! In fatti, il suolo poi si fa piano ed il piano si prolunga per molto, ora che nulla più la circonda, l’acqua corre dolcemente, lo sento dunque bisbigliare la sorgente.