Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/122

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far vergognare, si che non confessi liberamente Christo crocifisso, la qual confessione non consiste solamente in dire, io son Christiano, con semplici parole, ma conviene farla con vive opere, conformi alla legge et professione christiana, altrimente sarà del numero di coloro de i quali l’Apostolo san Paolo dice, con le parole confessano di conoscer Christo, ma con i fatti lo negano. Però avvezzi il padre il fanciullo à tener più stima di quello che dirà Iddio, che di quello che dirà il pazzo mondo. Et perche lo affetto della vergogna è buono ne fanciulli, quando si commove da conoscimento, et pentimento di alcun difetto commesso, per tanto avvezzilo à vergognarsi del peccato, et di haver mancato al debito di buon christiano, et non come molti fanno, che si vergognano di non far del male, ò almeno di far il bene, de i quali dice il Salvatore nello Evangelio: Chi havrà erubescenza di me, et della mia dottrina, di costui havrà erubescenza il figliuolo della Vergine, quando verrà nella Maestà, et gloria sua et del padre. Sarà per questo buona, et utile consuetudine che il figliuolo, si segni spesse volte la fronte, col segno della Croce, si come si legge che era costume de i Christiani nella primitiva Chiesa, acciò spesso anchora si ricordi, ch’egli porta impresso il segno di Cavaliere di Christo, et rinovi interiormente il proponimento, di voler apertamente, et come si sol dire, a viso scoperto, confessar nella vita, et nelle attioni sue Christo crucifisso, dicendo con san Paolo, non mi arrosisco, et non mi vergogno di predicar l’evangelio.

Della santissima eucharistia, et come il padre deve procurare che il figliuolo ne sia devoto. Cap. XXII.

Se è offitio del buon padre, ammaestrare il figliuolo à portar molta riverenza à tutti i sacramenti, ordinati da Dio, vasi pretiosissimi della gratia, et instrumenti efficaci della nostra salute, non ha dubbio che con molto maggior studio doverà adoperarsi, perche egli riverisca singularmente, et sia devotissimo del santissimo sacramento della Eucharistia, dove dopo la consecratione sotto il velo di quelle spetie di pane, et di vino, che sensibilmente vediamo, et gustiamo veramente, realmente, et sustantialmente è il fonte di tutte le gratie Giesù Christo S. N. autor della vita, et donator della gloria. Questo è il memoriale della sua benedetta passione. Questo è il pegno dolcissimo dell’amore inestimabile ch’egli ci porta, poi che non contento di esser morto per nostra redentione, si è fatto cibo dell’anime nostre, per unirci, et incorporarci à se medesimo con strettissima unione d’amore. Cibo che dà vita, et vigore, et robustezza all’anima, acciò possa operare opere vive,