Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/171

Da Wikisource.

SECONDO. 69

fondatore dell’ordine de i frati Giesuati. Ecco come da piccolo seme, d’una non del tutto voluntaria patienza, cavò Iddio grandissimo frutto. Sia adunque il nostro padre di famiglia imitatore anchor’egli, di quel gran servo di Dio, non gli incresca di leggere, o far altra cosa, aspettando patientemente, co’l qual modo confonderà il Demonio, non turbarà la pace domestica, et darà ammaestramento al figliuolo di esser mansueto, et patiente, et saper vincer se medesimo, ilche è molto necessario nella vita come, cosi in casa come fuori. Finalmente pongasi il buon padre di famiglia con la sua famigliuola a mensa, et dia il nutrimento necessario al corpo, con hilarità, et gaudio spirituale, benedicendo il donatore di tutti i beni, et per tanto non manchi di benedir la mensa al principio, et nel fine renda le debite gratie a Dio, ilche si deve far ogni giorno, mattina et sera, et veda il fanciullino, et osservi quello che il padre fa, et veda nella madre, et ne gli altri in quel tempo segni di riverenza, et di oratione, et poi egli stesso per commandamento del padre dica la benedittione, et si compiaccia, et si avvezzi à voler che Iddio sia il principio, e il fine di ognia nostra attione. Potrà anchora il buon padre invitar il figliuolo, a dire mentre si mangia, alcuna cosa udita nella predica, et con alcun salutare avvertimento, ò con qualche esempio della vita di quel santo, di cui si celebra la festa, non con severità, ma dolcemente, pasca anchora spiritualmente la sua famigliuola, cosi facendo starà Christo nel mezzo loro, et darà tal salubrità, et gusto al cibo, che spesse volte una mensa d’un mediocre cittadino, et d’un povero artefice, con apparecchio di povere vivande, avvanzarà i lauti conviti de i più ricchi; percioche è vera la sentenza del Redentore, che non di solo pane vive l’huomo, ma d’ogni parola, che procede dalla bocca di Dio.

Della buona dispensatione del resto del giorno. Cap. LXIV.

In ogni tempo il Demonio nostro capital nimico pone insidie, et tende lacci al christiano, per farlo traboccare nel peccato, ma sopra tutto ne i giorni di Domenica, et nelle più solenni feste come quello che sa molto bene, che allhora il tempo è più accettabile, et giorni di salute, proposti al popolo fidele, à guisa di alcune fiere et mercati spirituali, per cosi dire, ne i quali, chi sa ben mercantare intorno a questa non terrena, ma celeste mercatura fa grande acquisto, per ilche l’astutissimo avversario, mette ogni suo studio, prima per impedirci dal conseguire il vero frutto dei santi giorni festivi, secondariamente di rubbarci il guadagnato, et se potesse anchora, fa ogni opera acciò quel istesso tempo, et quelli istessi luoghi, dove l’anima christiana potea et dovea arricchirsi di tesori divini, quivi appunto faccia