Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/181

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SECONDO. 74

del padre. Però avverta il padre di non essere troppo indulgente verso il figliuolo, et non si domesticar troppo seco, massime quando è già alquanto cresciuto, ma ne ancho sia rigido, et severo oltra modo, ma ritenga una certà gravità, condita et temperata con suavità et dolcezza, si che il figliuolo insieme tema, et ami il padre, et questo è quello che diciamo riverire. Guardisi anchora di non far alla presenza del figliuolo cose, per lequali egli debbia tenerlo a vile, et cominci a buon’hora a far di tal modo che il fanciullo si avvezzi ad ubidire prontamente i suoi commandamenti, et finalmente, con i servitori, et familiari di casa, ritenga tale autorità, che il figliuolo habbia occasione di imitare quella obedienza, et riverenza che vede ne gli altri, anzi tanto maggiormente, quanto più si conviene al figliuolo che al servo, l’amore, et l’ubidire il padre di famiglia, ilquale nondimeno, et con i figliuoli, et con i servitori, si guardarà per quanto si può dalla soverchia asprezza, ritenendo come è detto, il viso dolce, et sereno con gravità, non si mostrando rigoroso, et collerico se non quando la colpa altrui lo richiede.

Dello honore verso gli altri che hanno luogo di padre et prima de gli ecclesiastici. Cap. LXXI.

Si è toccato qualche cosa in altra parte, dell’honore, et obedienza che debbiamo rendere a i nostri superiori, cosi spirituali, come temporali, et terreni, ma la conseguenza della materia ci ammonisce, a ricordar etiandio in questo luogo al nostro padre di famiglia, che quello honore, et osservanza ch’egli desidera da i proprii figliuoli, la ripresenti in se medesimo verso i suoi maggiori, et induca anchor essi a far il simigliante. Insegni loro che i Vescovi, i sacerdoti, i parochi et pastori nostri, sono padri delle anime nostre, sono mediatori nostri appresso a Dio, orando per noi, santificandoci con i sacramenti, et insegnandoci la via della eterna salute, però avvezzi il padre il figliuolo a portar molta riverenza a i sacerdoti, come a ministri di Dio, nella qual cosa si pecca da molti, et massime da nobili, alcuni de i quali pare che si sdegnino di honorar i preti con ceder loro la via, salutarli, et dargli i primi luoghi, i quali poco mostrano d’intendere la dignità del sacerdote, et che posto ch’egli fosse di basso lignaggio, et vestito poveramente, et anco di non buon vita, che piaccia a Dio che giamai non avvenga, nondimeno per riverenza di colui, il cui luogo et autorità ripresentano in terra, devono essere da tutti honorati, stimati, et obediti, et tanto più quando con la preminenza del grado, è congiunta la bontà della vita. È noto il memorabile esempio di Theodosio primo Imperator di tanta potenza, il quale prohibito da sant’Ambrosio, che non intrasse in Chiesa, perche troppo acerbamente si era vendicato d’una