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SECONDO. 85

Della cura paterna circa la castità del figliuolo. Cap. LXXXVI.

L’ira et la concupiscenza, sono due passioni dell’appetito sensitivo molto vehementi, et connaturali all’huomo, lequali usate bene, et secondo la regola della ragione, et della legge di Dio, sono come due utili instrumenti alle operationi humane, cosi come per contrario sono cagiona di grandissimi disordini, se non sono frenate, ma sono lasciate scorrere impetuosamente ne gli obbietti loro. Onde alcuni filosofi assai acconciamente hanno assimigliata l’anima nostra ad un carro tirato da due feroci cavalli che sono l’appetito concupiscibile, et l’irascibile, et l’auriga, ò vero il carrattiere è la ragione, a cui si appertiene tener il freno, et condurre per diritto camino questi destrieri, cioè questi appetiti, che se bene di loro natura sono come fiere indomite, sono però atti ad esser disciplinati, talmente che diventino obedienti alla ragione, ma ci vuole diligenza, et studio, et fatica, et è ben giusto, poi che ne anco i veri giumenti sono idonei per servitio dell’huomo, senza l’artifitio del buon domatore, ma tanto più è giusto il porre studio, et fatica nel domare le fiere dell’animo nostro, quanto l’utilità et il profitto è maggiore. Però il nostro buon padre di famiglia non si stanchi nella cura della educatione de i figliuoli, havendo sempre avanti gli occhi quanto bella , quanto fruttuosa, quanto lodevole opra sia il fare un’huomo da bene per gloria di Dio, et per servitio della patria, et di tutto il genere humano, et per la salute de i medesimi figliuoli, che non è, ne fu giamai ne pittore, ne architettore, ne fabro, ò artefice alcuno, che facesse opra di tanto pregio, et tanto perfetta et eccellente; et però havendo in parte inteso nel discorso che si è fatto intorno al peccato precedente, come egli debbia frenar, et correggere l’ira del giovanetto, seguita che si disponga con tutto l’animo a frenar et reprimere il secondo giumento della concupiscenza, mentre anchora il fanciullo è tenero, altrimenti traboccarà in ogni età, et tanto più gravemente quanto più andarà crescendo, in mille precipitii di peccati abominevoli di gola, et di lussuria, come vediamo avvenire ordinariamente, percioche il vitio della carne è una rete grandissima con laquale il diavolo trahe infinite anime alla perditione eterna. Et benche niuna età è sicura da gli stimoli carnali; conciosia che la carne nostra, è sempre carne, et per se stessa mentre anchor siamo in questa valle di lagrime se non è preservata dalla divina gratia, et condita dal sale del timor di Dio, non scaturisce altro, che vermi, et corrutione, tuttavia più communemente suole infestare questo nemico domestico la adolescenza, et la giovanezza,