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se ne trahe utilità per esercitar la memoria, la pronuntia et l’attione, et s’acquista da’ fanciulli facilità, et prontezza di poter ragionare nel cospetto d’altri, et vengono à vestirsi una certa persona virile, et altri buoni effetti simiglianti ne seguono. È però da haver riguardo, che si fatte ricreationi non apportino distrattione da gli studii principali, et non vi si perda troppo tempo. Et quando poi si fa la rappresentatione è da fuggir ogni tumulto, come quasi di necessità avviene, dove è molto popolo, che ve ne sono sempre di tali, che non osservano la debita honestà, et modestia, et però è meglio che queste cose si faccino ritiratamente, tra i medesimi condiscipuli, alla presenza de’ maestri, et di buoni padri di famiglia, et di alcune poche persone gravi, et costumate, rimosse però totalmente le donne.
Dell’honesto motteggiare. Cap. LI.
Tra le honeste ricreationi, che gli huomini ben creati, et civili sogliono tal’hora pigliarsi tra di loro, cessando alquanto da i negotii, et occupationi gravi, una ve ne è, laquale consiste in una certa piacevolezza di ragionare, motteggiando dolcemente, et sapendo, come si suol dire, dare, et ricevere con giuditio, et destrezza, senza dire motti inhonesti, et non pugnere al vivo l’amico, co’l quale si motteggia; ilche non si fa cosi facilmente da ogni uno, anzi come bene i Filosofi morali hanno considerato, bene spesso si esce da molti dalla via del mezzo, nel quale consiste questa virtù della piacevolezza, overo urbanità, che dir vogliamo, percioche alcuni abondano più che non conviene di motti ridicoli, et falsi, et non hanno riguardo d’offendere altrui, et ne anco perdonano à se stessi, pur che muovano riso, il quale eccesso è vitioso, et più presto merita nome di buffoneria; ma per contrario si trovano alcuni altri cosi zotichi, et duri, che ritrovandosi nelle honeste compagnie, non solo non dicono motto alcuno arguto, et gentile, ma se altri ne dice, non vi hanno gusto alcuno, anzi più presto se ne attristano, ilquale eccesso contrario al primo si può chiamar rusticità, et simili huomini spiacevoli, sono inetti alle conversationi d’amici, che per diletto si fanno. Hor come noi vediamo che vi sono gli estremi vitiosi del troppo, et del poco, cosi per conseguenza intendiamo, che vi sia il mezzo virtuoso, quando uno scherza et motteggia con moderatione, et destrezza, tale, quale à huomo modesto, et discreto si conviene, perilche le sue facetie, et piacevolezze sono d’altra sorte, che quelle de i buffoni, et de gli huomini vili, et plebei, et vi si scorge dentro un certo che di gentile, et spiritoso senza ingiuriar