Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/379

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TERZO. 173

occhi Iddio, et quel tremendo tribunale, dove come l’Apostolo dice, tutti necessariamente habbiamo à presentarsi. Guardi Iddio che il nostro Dottore allevato dalle mammelle della madre, nel timor di Dio con tanta cura, sia poi uno di coloro, de i quali si lamenta Dio appresso Isaia profeta, parlando con Gerusalemme, et dicendo, i tuoi magistrati sono infideli, compagni di ladri. Tutti amano i presenti, et vanno dietro al guadagno, non fanno giustitia al pupillo, et non ascoltano la causa della vedova, non sia del numero di questi il nostro buon Dottore, et Giudice, non si lasci abbagliare gli occhi dell’intelletto da lo splendore dell’oro, non sia accettatore di persone, ma sia difensore della giustitia, et conservatore della pace, et concordia, et privata et publica. Queste cose si ricordano à i medesimi Dottori poi che sono per se stessi capaci d’intenderle, et nondimeno il savio padre di famiglia il quale in ogni tempo hà da ritener autorità co’l figliuolo deve à buoni propositi dolcemente ammonirlo, moderando un certo ardor giovanile, che è à guisa d’un vino nuovo, che bolle et non hà anchor la sua maturità. La scienza dice san Paolo gonfia et la carità edifica. Ritornano per lo più i giovani da lo studio con grande opinione di se medesimi par loro saper ogni cosa, disprezzano gli altri, sono freschi dalle dispute, et dallo argumentare, giunti nella patria, vogliono farsi nominare, prendono imprese difficili, et nove et perturbano spesse volte la quiete commune, et acquistano nomi di troppo arditi, et di cavillosi, et si pregiudicano non poco per il restante della vita, et delle attioni loro; però il buon padre ammonisca il figliuolo che sia humile, et affabile, che faccia stima de gli altri, che reputi, che anchor molto gli resta che imparare, percioche la prattica, et la esperienza delle cose, et la prudenza si acquista dopo molti anni, et l’ottima via di saper assai è il riputarsi di saper poco. Le medesime cose si dicono proportionatamente anchora à i professori di medicina, che non habbiano per fine principale il guadagno corruttibile, che presto ci lascia et presto è lasciato da noi, che medichino con carità, non meno i poveri che i ricchi, che non faccino macello de gli huomini, che studiino con diligenza, percioche è grave peccato far publica professione d’un arte che altrui non sà, et esercitarla con tanto pregiuditio ò dell’havere, ò della vita de i prossimi. Perilche attendino et medici, et giudici, et altri simiglianti à portarsi in modo, che con una istessa scienza sovvengano à i bisogni della patria, si sotentino modestamente et con moderati acquisti nella vita civile, et quello che più importa dirizzando ogni cosa à gloria di Dio, ne riportino da lui la eterna mercede del paradiso.