Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/55

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PRIMO. 11

pieno di casto affetto che devono portar i mariti alle care mogli, dice in un luogo cosi:Mariti amate le vostre mogli si come Christo hà amato la Chiesa, et ha dato, et offerto se stesso per lei, nelqual luogo l’Apostolo intende della oblatione alla morte, quando il Salvatore sospinto da eccessivo, et ardentissimo amore, sotenne passione acerbissima della croce, per mondare et santificare la Chiesa, et riempirla d’honore, et di gloria. Et nell’istesso luogo poco più basso dice in questa maniera: I mariti devono amare le mogli loro, come corpi suoi proprii, chi ama la moglie sua, ama se stesso, niuno giamai hebbe in odio la carne sua, ma la nutrisce, et fomenta, si come fa Christo verso la Chiesa; perche noi siamo membra del corpo suo, et della carne, et delle ossa sue, et quello che segue, applicando, et comparando le nozze celesti, et le terrene. Et con la medesima similitudine ragiona anchora di quello che alle donne appartiene in questa forma: Le donne siano soggette à i mariti loro, come al Signore, imperoche l’huomo et marito è capo della donna, et moglie, si come Christo è capo della Chiesa, et egli è salvatore del corpo, cioè di essa Chiesa, laquale è suo corpo. Onde segue l’Apostolo, così come la Chiesa è soggetta à Christo, così le mogli siano a i suoi mariti. Et nel fine di quel. dopo lungo discorso, conclude con quelle parole già più di una volte allegate, questo sacramento è grande, io dico in Christo, et nella Chiesa, et soggiunge, ciascuno ami la moglie sua come se stesso, et la moglie tema, et riverisca il marito.

Epilogo overo raccolta delle utilità rinchiuse nella significatione del matrimonio. Cap. XX.

Concludiamo per tanto che non si può esprimere à bastanza, quanto grande, et quanto santo deve essere l’amore de lo sposo, et de la sposa, poi che rappresenta il santissimo, et ferventissimo amor di Christo con la Chiesa; quindi anchora si comprende qual riverenza, et rispetto debbia esser quello della moglie verso il marito, quanta fede commune d’ambedue, et quanta custodia del letto maritale; talmente che niuna quantunque piccola macchia di impudicitia lo contamini giamai, quanto pudichi, et verecundi debbiano essere gli amplessi matrimoniali, quanta pace, et concordia in tutte le cose, giuntamente con una amorevole communicatione di tutti i segreti domestici, et delle sostanze, et facultà, togliendo via gli odiosi nomi tuo, et mio, i quali in tanta unione non devono haver luogo. Oltra di questo, quella prontezza et carità grande, che si richiede tra due consorti in sovvenirsi l’un l’altro nelle necessità, un dolere, et goder