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UNT — 1065 — URB


Untumi. Materia untuosa: untume. || Sudiciume: untume.

Unturi. verb. m. Chi o che ugne: untore.

Untusu. add. Che reca onta: ontoso.

Untuusità, Untuusitati. s. f. Qualità di ciò che è unto: untuosità, untuositade, untuositate.

Untuusu. add. Che ha in sè dell’unto, del grassume: untuoso.

Unu. s. m. Numero singolare, principio di quantità: uno. || Un solo: uno. || Ciascuno: uno. || Un certo: uno. || Uno medesimo o una medesima cosa: uno. || Membro di una compagnia: uno, p. e. lo fece uno del suo consiglio. || Alcuno, una persona. E così è in questo esempio, quannu unu è stuffu di...: quando uno è stufo di... (Lori). || Talora è accompagnanome: uno. || E come accompagnanome talora è numerale, e vale, intorno, incirca: uno, p. e. gli sbarcati a Marsala con Garibaldi erano un mille e cento. || E anche si congiunge cogl’infiniti de’ verbi, p. e. un fari, un trattari: un fare un trattare. || Correlativo ad altro riferendo due cose mentovate, vale il primo: uno, l’uno. || cusiri ’na cosa, col nodo fatto a un solo capo della gugliata, tenuto molto più lungo dell’altro: cucire a filo scempio. || l’unu pri l’autru, l’uno in cambio o in compenso per l’altro: l’un per l’altro. || tutt’unu, la medesima cosa: tutt’uno. E si dice anche, essiri tutt’una cosa: esser tutt’una cosa. Boccaccio. || essiri tutti una cosa, vale anche, esser pari, esser uguali, ciò che urta ai sangue-azzurro! || a unu a unu, ad uno per volta: ad uno ad uno. || ad una vuci, concordemente: a una voce. || unu va e l’autru veni, avvicendarsi senza interruzione. || fariccinni una, s’intende o burla o bravata. || ’n tutt’unu, subito, a un tratto. || havi un jornu! per dire che è molto tempo: è un dì dell’uno! || nummaru unu, eccellente, di qualità perfetta: numero uno. || unu, per un grande, p. e. ebbe una paura, cioè tal paura, una grande paura. || Prov. unu sulu nun è bonu mancu ’n paraddisu, l’esser solo è male: soli non si starebbe bene nemmeno in paradiso. || una paga tutti, basta una perdita o un danno ecc. per mandar a vuoto ogni bene ecc.: una le paga tutte, si dice spesso degli assassini che dopo tanti mal fatti, finalmente son chiappati. || jittari unu e tirari cincu, adoperarsi a guadagnare bene. || unu nun leva pitanza, la poca compagnia non guasta. || cu’ fa li centu e nun fa li centu ed unu, perdi tuttu e resta dijunu: per un punto Martin perdè la cappa. || quannu l’unu nun voli, li tri nun si sciarrianu, dipende da sè il guardarsi da certe cose.

Unurari. V. onorari.

Unza. s. f. Peso equivalente a chilogr. 0,066, è una dodicesima parte del rotolo: oncia. || Misura equivalente a metri 0,0214, cioè il dodicesimo del palmo: oncia. || Valore di moneta, già abolita, onza, equivalente a L. 12, 75. || a du unzi e vinti, per celia detto delle busse vale, in quantità: a bizzeffe. || arricogghiri ad unza e cacari a rotula, metter insieme con fatica e sciupar poi in una volta, anco malgrado.

Unzata (Un'. Tanta roba che valga un’onza.

Unzetta, Unzicedda. dim. di unza in tutti i significati.

Unzina. V. unzata.

Unzioni. s. f. L’ugnere: unzione. || estrema unzioni, l’olio santo: estrema unzione, che si fa ai moribondi. || La materia che ugne: unzione. || Anche quella usata nelle ordinanze ecclesiastiche: unzione. || palori chini d’unzioni, blande confortevoli.

Unziunedda. dim. Unzioncella.

Uòcciu. Idiotismo per òcchiu V.

Uogghiu. V. ogghiu. E così tante altre voci comincianti per o.

Uomma. avv. Sicuramente: sicuro. A S. Stefano di Bivona (Verdone).

Uònnici. v. unnici.

Uossu. V. ossu.

Upirari, Uprari. V. operari.

Upraru. s. m. Colui che rappresenta commedia con burattini: burattinajo. || E anche per commediante.

Ura. s. f. Una delle ventiquattro parti in cui è diviso il giorno: ora. || Tempo semplicemente: ora. || uri, diconsi que’ salmi o preci recitate in coro o privatamente dagli ecclesiastici: ore, ore canoniche. || all’urtim’ura, posto avv. tardi, fuor di tempo: all’estremo. || di ura in ura, o ura per ura, di tempo in tempo: di ora in ora, ora per ora, a ora a ora. E anche a momenti, quanto prima: d’ora in ora, ora per ora. || di bon’ura, per tempo: di buon’ora. || nun vidiri l’ura, aspettare con grande ansietà, che diciamo anche, un’ura pari mill’anni: non veder l’ora, parere un’ora mille. || Quando p. e. una cosa comincia ad annojare, si dice, mi parirria ura di finirila, è ura di finiri: mi parrebbe ora di smettere, è ora di finire. || a ura di gaddu munciri, modo prov. tardissimo, specialmente del levarsi di letto: all’alba dei tafani. Contrario dell’altro modo proverbiale ad ura di scuppulari milinciani, prestissimo: a brùzzico. || essiri a 23 uri e ¾, essere in sul finire, o a mal punto. || a la bon’ura, bene, bene sta: alla buon’ora. || a la mal’ura, imprecazione, che vale in perdizione: alla malòra. || cu un’ura di matinu, un’ora innanzi giorno. || un’ura di roggiu e roggiu, un’ora intera o precisa: un’ora d’orologio. || a st’ura ed ora, ora, adesso, a quest’ora. || è ura? è tempo? è ora? (Tigri). || ad un’ura, posto avv. nel medesimo tempo: ad un’ora, a un’otta. || a cert’ura, ad una data ora. || in pocu d’ura, in poco tempo: in poco d’ora. || ad un’ura di notti, per antonomasia la prima ora dopo l’ave: l’un’ora, l’ordinotte. || Prov. mentri cunti l’uri, lu tempu si nni va: mentre l’erba cresce il cavallo muore, non bisogna perder tempo quando è ora di decidersi. || quannu è junta l’ura nun cc’è medicu nè vintura, quando è tempo di morire non valgono rimedi, si dice anco d’altre cose: a mal mortale nè medico nè medicinale (A. V. ital. ura. Latini).

Uraganu. s. m. Turbine che è un complesso di più turbini imperversanti nelle burrasche: uracano, uragano.

Urata. s. f. Lo spazio di un’ora.

Uratedda. dim. di urata.