Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/166

Da Wikisource.
CAN — 148 — CAN

cappiterina! canchero! || aviri li cancari, aver collera, sdegno: aver le paturnie, andar in fisima. || lassatimi stari pri li cancari mei, espressione di chi vuol esser lasciato in pace co’ suoi pensieri. || jiri a cancaru, andare a perdizione: andar al diavolo.

Cancaruni. s. m. accr. di cancaru. || Brontolone: cancherone.

Cancarusu. add. Pien di cancheri: cancheroso.

Canceddu. s. m. Chi guida i cavalli da basto: guidatore, così detto dallo strumento a guisa di forbice, che sta legato sul basto per accomodarvi le some: vetturale. || Uomo rozzo che pone le mani a molte cose e le fa tutte male: ciarpiere. || Per sim. molto fatichevole, che per nulla s’affacchina: acciaccinato. || Chi porta il peso di mantener molte persone da lui dipendenti. || Misura di dodici tumoli rasi, che è propria della sansa. || Spezie di corbelli da fichidindia.

Cancellu. s. m. Imposta di porta fatta da bastoni di ferro o stecconi commessi a ugual distanza fra loro: cancello. || Carcere piccolo provvisionale presso tutte le ispezioni di Questura. || Graticolata qualunque posta innanzi alle finestre: cancello.

Canciamentu. s. m. Cambiamento, cangiamento.

Canciamunita. V. scanciapicciuli.

Cancianti. add. Che cangia, dicesi del colore di certe cose, e particolarmente stoffe, le quali vedute sotto diverso angolo, si mostrano diversamente colorite: cangiante.

Canciari. v. a. Mutare, alterare, far una cosa, altra di forma, colore, parola, tempo: cangiare. || Permutare una cosa con altra: cambiare. || Corrompere, subornare: storre. || Intr. Mutar d’opinione: cangiare, cambiarsi. || Prov. nun si cancia la facci pri dinari, non si dee lasciar corrompersi per regali o oro. || –l’amicizia, tradirla. || – pri scorci di luppini, aver in poco conto: aver in non cale. || – di culuri: cambiarsi, per paura o altro. || – vita, costumi: cambiar vita, costumi, tornare al buon sentiero. || cu’ cancia la via vecchia pri la nova, li guai chi va scansannu (o chi nun cerca) ddà li trova: chi lascia la via vecchia per la nuova spesse volte ingannato si trova. || canciarisi li robbi, diventar l’uno ciò che è l’altro: mettersi nei panni dell’altro. || a cancia e scancia, modo avv.: scambievolmente.

Canciarrata. s. f. Colpo di cangiaro.

Canciarru. s. m. Specie di spada o brando: cangiaro. (Dall’Ar. Kandi-jars).

Canciarrusu. add. Pieno di cancheri: canceroso.

Canciata. s. f. Cambiata. || fari ’na vota canciata, fuggir con prestezza: dar un ganghero o venir meno a...

Canciateddu. s. m. dim. di canciatu, nel senso di intristito.

Canciatu. add. Cangiato, cambiato. || Dicesi ai ragazzi che non vengan innanzi per abituale malore: indozzato, intristito.

Canciddariscu. V. cancillariscu.

Cancidderi. V. cancilleri.

Cancillàbbili. add. Che si può cancellare: cancellabile.

Cancillamentu. s. m. Cancellamento.

Cancillari. v. a. Segnar sopra uno scritto linee per cassarlo: cancellare. || Escludere alcuno da un numero o corpo a cui apparteneva: levar via.

Cancillarìa. s. f. Ufficio o residenza del cancelliere: cancelleria.

Cancillariscu. add. Di carattere grande che già s’usava nelle cancellerie: cancelleresco.

Cancillata. V. ’ncancillata.

Cancillatu. add. Cancellato. || Ricusato, rigettato.

Cancillatura. s. f. Frego tirato sulla scrittura: cancellatura.

Cancillazioni. s. f. Il cancellare: cancellazione. || Fig. T. leg. Annullamento di atto o per accordo o per sentenza.

Cancilleri. s. m. Quegli che ha cura di scrivere e registrare gli atti pubblici dei magistrati: cancelliere. || gran cancilleri, titolo d’alta carica: gran cancelliere.

Cancilliratu. s. m. Carica di cancelliere: cancellierato.

Cancilluni. s. m. accr. di cancellu: cancellone.

Canciu. s. t. Il cambiare: cambio. || fari canciu, cambiare: far cambio; barattare: far a baratto. || dari o mettiri lu canciu, in milizia è dar uno che faccia il soldato invece d’un altro: dar o metter il cambio. || in canciu, avv.: invece, in cambio. || ’ncanciu, messo ass. per in canciu: scambio, p. e. ’ncanciu d’iddu io: scambio di lui io. (A. V. ital. cangio).

Cancrena. s. f. Parte mortificata intorno ad ulcera o ad infiammazione che arreca la morte dilatandosi: cancrena.

Cancru. s. m. Uno de’ dodici segni dello Zodiaco: cancro. || Per cancaru V.

Candidamenti. avv. Schiettamente, con sincerità: candidamente.

Candidatu. s. m. Chi concorre a cariche, magistrati e simili: candidato.

Candidatura. s. f. Il concorrere, l’ascriversi nel numero de’ candidati: candidatura. (Manca nei vocabolarii ital. Ugolini l’ammette).

Candidizza. s. f. Rettitudine, schiettezza: candidezza.

Càndidu. add. Puro, sincero: candido.

Candila. V. cannila, e tutti i derivati.

Candiri. v. a. Conciare frutta o simili, facendole bollire nello zucchero e chiaro d’uovo: candire. P. pass. canditu: candito.

Candìtu e Cannitu. s. m. Tutto ciò che è candito, come frutta ecc.: candito.

Cànditu. Aggiunto a una qualità di zucchero, che è lo zucchero depurato o cristallizzato: candido.

Canesù. s. m. Vestito di donna: casacchino. (Dal Fr.) Victor Hugo ne conta come da quinze-sous, (15 soldi) a Marsiglia n’abbian formato il nome del vestito, che costava proprio tanto.

Cànfara. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie lanceolate, ovate con tre nervi, appuntate, lucide. La canfora che è un olio volatile concreto odorifero si trae da essa pianta: canfora. Laurus camphora L.

Canfaratu. add. Mescolato con canfora: canforato.

Canfaredda o Canfara bianca. s. f. T. bot. Pianta che ha lo stelo molto ramoso: le foglie lineari, piccole, dentate; fiori gialli solitari, peduncolati: santolina.