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può esservi virtù dove regna la più orgogliosa e in uno vigliacca gerarchia? || la caritati in curti è estinta, e l’amicizia è persa, presso coloro che si spogliano dell’umana dignità, e che per poter dispotizzar a lor volta sopra alcuni propri simili si avviliscon sotto i piedi del tiranno, può esservi amicizia? nelle corti, la carità è estinta, nè si trova amicizia se non finta. || quannu si’ in curti dici beni di tutti, primo perche si è fra le spie, secondo perchè colà un fantoccio può anco diventare qualcosa.

Curticianu. V. curtiggianu.

Curtiggghiara. s. f. Donna di bassa condizione, che abita in (curtigghiu) chiassuoli; e si dice a chi sia ciarliera, ineducata, attacca lite: berghinella, ciana, pettègola.

Curtigghiarata. s. f. Cosa o azione da ciana: cianata, pettegolata.

Curtigghiarazza. s. f. pegg. di curtigghiara: pettegolaccia, cianaccia.

Curtigghiaredda. s. f. dim. cianuccia, berghinelluzza.

Curtigghiarìa. s. f. Maniera, azione da pettegola: sguajataggine, pettegolezzo. || Il contrastare proverbiandosi e svillaneggiandosi: pettegolezzo, bisticciamento.

Curtigghiariscamenti. avv. In modo pettegolesco: pettegolescamente (non è ne’ Vocabolarî).

Curtigghiariscu. add. Da pettegola: pettegolesco, cianesco.

Curtigghiarìsimu. s. m. Maniera plebea e pettegolesca: plebeismo. || Per curtigghiarumi.

Curtigghiaru. m. di curtigghiara. Poco usato: pettegolo.

Curtigghiarumi. s. m. Nome collettivo di pettegola, le pettegole: cianume.

Curtigghiaruna. V. curtigghiarazza.

Curtigghiazzu. pegg. di curtigghiu.

Curtigghieddu. s. m. dim. di curtigghiu: chiassello, chiassuolo.

Curtigghiu. s. m. Vicolo o piazzetta senza riuscita, ove abita in casupole la bassa gente ineducata: chiasso, ronco (Sp. cortijo). || Per curtigghiarumi V.

Curtiggiana. s. f. Donna che sta in corte a servir le principesse: cortigiana. || E siccome la corte è fogna di abiettitudini, significa anco donna di malo affare, e anche adulatrice: cortigiana. || Prov. la curtiggiana è comu la castagna, di fora è bona e di dintra è magagna, in italiano si dice della donna in generale: la donna è come la castagna, bella di fuori, e dentro è la magagna, lo che non posso ammettere.

Curtiggianamenti. avv. A modo cortigiano: cortigianamente.

Curtiggianarìa. s. f. Costume, azione abietta da cortigiano: cortigianeria.

Curtiggianeddu. add. avvil. di curtiggianu: cortigianello, cortigianetto.

Curtiggianìa. s. f. Professione del cortigiano: cortigiania. || Per curtiggianarìa V.

Curtiggianiscamenti. avv. In modo cortigianesco: cortigianescamente.

Curtiggianiscu. add. Da cortigiano: cortigianesco. || met. Scaltrito, simulato, unto: cortigianesco.

Curtiggianu. s. m. Che sta in corte e serve signori: cortigiano. || add. Di corte: cortegiano. || a la curtiggiana, posto avv. a modo cortegiano: alla cortegiana. || met. Abietto, finto, strisciante: cortegiano.

Curtiggiari. V. corteggiari.

Curtiggiu. V. corteggiu.

Curtigliu. V. curtigghiu.

Curtileddu. s. m. dim. di curtili: cortiletto.

Curtili. s. m. Quello spazio scoperto nel mezzo delle case: cortile, atrio. || Luogo chiuso da abitare, e per lo più il cortile de’ monasteri: chiostro.

Curtillacciu. s. f. T. mar. Certe vele lunghe e strette che talora si spiegan accanto alle vele quadre, come per accrescerne la superficie: coltellaccio.

Curtina. s. f. Tenda che fascia intorno intorno il letto: cortina. || Velo sacro posto davanti al santuario: cortina. || T. arch. Un lato di muro che si estenda a guisa d’ala; e nel militare un muro fra un baluardo e l’altro: cortina. || Tenda che si pone agli usci delle stanze: portiera, cortina. || E quelle tende piccole che si mettono alle vetrate di finestre: tendina. || gòdiri la curtina, goder il matrimonio.

Curtinaggeddu. s. m. dim. di curtinaggiu.

Curtinaggiu. s. m. Arnese col quale si fascia e chiude il letto a guisa di tenda: cortinaggio.

Curtinazza. pegg. di curtina.

Curtinedda. s. f. dim. di curtina. Quella che copre le vetrate delle finestre: tendina.

Curtisa. V. fràula.

Curtisi. add. Che ha cortesia: cortese. Sup. curtisissimu: cortesissimo.

Curtisìa. s. f. Disposizione d’animo a far beneficio e grazia senza proprio comodo, e il benefizio stesso: cortesia. || Atto e costume di uomo signorile, liberale: cortesia. || Liberalità, affabilità: cortesia. || fari curtisìa, esser cortese, compiacere: far cortesia. || nun si lassari vinciri di curtisia, corrispondere con ugual cortesia: non si lasciar vincere di cortesia. || in o pri curtisia, modo avv. maniera con cui preghiamo, di grazia: in o per cortesia. || Prov. la curtisia di bucca e di cappeddu, fu sempri bonu e beddu, l’essere civile non costa ed è sempre pregio: cortesia di bocca, mano al cappello, poco costa ed è buono e bello. Oh se i nostri mafiosi di piazza capissero che non le parole sporche, non i modi inurbani formano l’uomo forte! || suverchia curtisia fa dubitari ca ingannu cci sia, chi fa mille smorfie oltre l’usato, nasconde qualche inganno: quando la volpe predica guardatevi galline (forse non calza a capello). || vinci cchiù curtisìa chi forza d’armi, quella lega il cuore.

Curtisimenti. avv. Con cortesia: cortesemente.

Curtissimamenti. avv. sup. Cortesissimamente.

Curtittu. V. curtuliddu.

Curtizza. s. f. Astratto di corto: cortezza.

Curtottu. V. curtettu. || Per ischerno: cazzatello.

Curtu. add. Di poca lunghezza: corto. || Breve, che dura poco: corto. || Scarso, non sufficiente: corto. || attaccari o teniri curtu, non dar ad uno comodità di muoversi, d’agire, metafora tolta dalle bestie legate con cavezza corta: tenere o legar corto. || – di cirimonî, che non ista sui convenevoli, brusco e anche rozzo. || attu o trattu curtu, inciviltà: scortesia. Ed anche offesa, beffa fatta astutamente: tiro. || curtu e malu cavatu, di persona piccola e