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FIC — 379 — FID


sotto: ficcarsi innanti, ficcarsi sotto. || ficcarisi li causi, li scarpi, ecc.: vestirseli, metterseli. || Nascondersi, segregarsi: ficcarsi, cacciarsi in un luogo. || va ficcati ntr’all’aciu, modo di disprezzare, o scacciar villanamente chi vorrebbe fare o intrudersi. ||ficca e sficca, dalli e dalli, ficca e rificca. P. pass. ficcatu: ficcato.

Ficcarolu. V. afficcareddu.

Ficcata. s. f. ficcamento: ficcatura. || Nell’uso osceno: còito. || Frode, trafarelleria, inganno.

Ficcatedda. dim. di ficcata in tutti i sensi.

Ficcatuna. accr. di ficcata in tutti i sensi.

Ficcatura. s. f. Ficcamento: ficcatura.

Ficci-e-virsicchi. Voce composta. Si dice a un uomo che ha molta astuzia nell’abbindolare: versuto, bindolo, bindolone.

Ficcichïarisi. V. in ’mminzigghiari.

Fichïata. s. f. Mangiata di fichi. || Quantità di fichi: ficame.

Fichitu. s. m. Luogo piantato a fichi, pasticcio di fichi: ficheto.

Fici-Fici. s. m. T zool. Uccellino piccolissimo: luì. Silva rufa L. || Prov. quannu canta lu fici-fici, è vinuta primavera, quando canta il luì è segno che vien primavera.

Ficili. s. m. Per fucili V. || Piccolo ordigno d’acciajo col quale battendo la pietra focaja si trae fuoco: battifuoco, fucile. || petra ficili, quella selce da cui si trae fuoco: pietra focaja. || circari ’na cosa sutta petra ficili, cercarla per tutto, con ogni cura. || scuvari unu o ’na cosa sutta petra ficili, riuscir dopo dubbii e ricerche a rinvenir alcuno o alcuna cosa.

Ficilignu. add. agr. Terreno duro, sterile che si crepaccia facilmente: siliceo, silicioso, selcioso.

Ficu. s. f. (pl. ficu). Albero e frutto noto: fico (s. m.) (però Beato Jacopone usò: la fico). Ficus carica L. || – bifara, che produce due volte, la prima: sampieri, e la seconda: settembrini. Dal Lat. biferi: che produce due volte. || – d’invernu, V. avanti ficu bifara. || – sicchi, il frutto seccato al sole: fichi secchi. || e chi su’ ficu? per esprimere che la tal cosa non è sì facile da farsi presto: che son fichi? || livari ’na ficu di l’arvulu, sciogliere una difficoltà facilissima: levar un ragnatelo dal buco. || aspittari chi chiovinu ficu e passuli: aspettar le lasagne in bocca. || bon’è ca foru ficu! fig. ei ci poteva incoglier peggio: manco male, manco male ch’elle non furon pesche. || bona sira pedi di ficu, modo brusco per significare che non vi è alcun rimedio. || nun valiri o nun impurtari un ficu (qui è m.), non valer o importar nulla: non valer o non importar un fico. || Malore che vien al sesso, consistente in una escrescenza: fico. || Atto che si fa colle mani per dispregio: far le fiche. || fari na ficu, schiacciare, spiaccicare: far un ciaccino V. scafazzari. || darrè lu rre si fa la ficu, di nascosto si fanno certe cose. || ficu larduta e purputa: grassula, fico morbido e buono. || – sanfrancischina, sorta di fico: castagnuolo. || – ottata: dottato. || d’Innia.V. ficudinnia. Per altre qualità cerchisi il suo aggettivo. || – d’Adamu, arboscello: musa. Musa paradisiaca L. || Prov. mancia ficu e ’nzita ficu, mangia fico e innesta fico. || A Nicosia sta per: truogolo. V. schifu. || sarvarisi la panza a li ficu, campar da morte: serbar la pancia ai fichi. || a tempu di ficu nun cc’è nè parenti nè amici, ognuno pensa per sè; vi corrisponderebbe forse questo per l’allegoria in tempo di poponi non prestar il coltello.

Ficudìnnia. s. f. T. bot. Pianta perenne, senza fusto, spuntando le foglie l’una nell’altra, armate di spine, e il frutto ancor esso: fico d’india. Cactus opuntia L. || – sanguigna, il frutto rosso. Cactus cochenillifera. || – muscaredda, il bianco. || Prov. iri a guardari ficudinnia, morire: andar ad ingrassar i petronciani.

Ficudinniara. s. f. L’albero del fico d’india (a Messina). || Venditrice di esse frutta.

Ficudinniaru. s. m. Venditor di fichi d’India.

Ficudinniedda. dim. di ficudinnia.

Ficudinniuna. accr. di ficudinnia.

Ficuni. accr. di ficu: ficone (a Firenze).

Ficunnari. V. fecundari.

Ficurinnia. V. ficudinnia.

Ficuzza. dim. di ficu: fichino.

Fida. s. f. Terreno venduto e assicurato per pascolo di bestiame: fida.

Fidanza. s. f. Fiducia presa nell’altrui fede, e anche generata dalla propria opinione, benchè mal fondata: fidanza. || Sicurtà, malleveria: fidanza.

Fidanzari. v. a. Dar fede di sposo, far fidanza: fidanzare.

Fidanzata. s. f. Promessa sposa, e dicesi rispetto all’uomo cui deve sposare: fidanzata.

Fidari. v. a. Commetter all’altrui fede: fidare. || Dar fidanza, assicurare: fidare. || fidari vistiami, vender la pastura con privativa e assicurazione: fidar il bestiame. || rifl. a. Aver fidanza, fede, opinione di non esser ingannati: fidarsi. || Aver forza, fiducia a fare: fidarsi. Onde nun si fidari, oltre il senso di diffidare di alcuno significa anche non esser buono, aver ripugnanza a fare: non si fidare. || Prov. cui troppu si fidau ristau ’ngannatu: chi si fida rimane ingannato. || di pochi fidati, ma di tutti guardati: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. P. pass. fidatu: fidato.

Fidatamenti. avv. Con fidanza: fidatamente.

Fidateddu. dim. di fidatu.

Fidatizza. s. f. L’esser fidato, lealtà: fidatezza (Tomm. D.).

Fidatu. add. Che è di fede sperimentata, che ispira fiducia: fidato. Sup. fidatissimu: fidatissimo.

Fidatuni. accr. di fidatu.

Fiddamentu. s. m. L’affettare: affettamento.

Fiddari. v. a. Tagliar in fette: affettare. || Per tagliare, fendere. Questo verbo è usato in pochi tempi e in poche frasi come: scuru chi si fedda, cioè molto: bujo che s’affetta. P. pass. fiddatu: affettato.

Fiddazza. pegg. e accr. di fedda: fettaccia (Tomm.). || Incisione, squarciatura, ferita fatta con ferro: taglio, tagliatura.

Fiddazzedda. dim. nel secondo senso. Piccola ferita, piccolo taglio: taglietto.

Fiddazzuna. s. f. accr. Taglio grande: squarcio.

Fiddèccula. s. f. T. zool. Uccello acquatico, nero, col capo simile alla gallina: fòlaga.

Fiddicedda. dim. di fetta: fetticella, fetterella.

Fiddotta. s. f. T. mur. Pezzo di legno che fa architrave: traversa.