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GUA — 453 — GUA


Guàddara. s. f. Malattia per lui le budella escono dal proprio luogo e calano nella borsa: crepatura, allentatura, èrnia, bònzola. || Prov. supra guaddara cravunchiu, quando a un male ne segue altro: il danno, il malanno e l’uscio addosso. || nesciri la guaddara, creparsi, allentarsi, sbonzolarsi. (Pasq. crede dall’Ebr. ghaddah: troncare, rompere).

Guaddarusu. add. Cha ha l’ernia: crepato, sbonzolato, ernioso. || E in forma di sost. crepato.

Guaddemi. s. m. Uomo dappoco: midollonaccio, tempellone. (Crederei da guaddara).

Guadu. s. m. T. bot. Pianta che ha la radice a fittone, lo stelo diritto, le foglie alterne, i fiori gialli, e i semi violetti, serve a tinger azzurro: guado. Isatis tinctoria L.

Guagghiardamenti. avv. Con gagliardia: gagliardamente. || Per prestamente.

Guagghiardìa. V. guagghiardizza.

Guagghiardissimamenti. avv. sup. Gagliardissimamente. || Prestissimamente.

Guagghiardizza. s. f. Possanza, vigore, robustezza di corpo: gagliardìa, gagliardezza. || Prestezza.

Guagghiardu. add. Cha ha gagliardìa: gagliardo. || Che opera con prestezza, prontezza: pronto, presto, sollecito, lesto. || Detto di vino, spiritoso: gagliardo. || Di medicina che opera con gran forza: gagliarda.

Guagghiarduni. accr. del precedente.

Guagliardu. V. guagghiardu.

Guagnustra. (Pasq.) V. garza.

Guaguagnata. s. f. Riprensione, rabbuffo: canata.

Guaguasciarisi. v. intr. pass. Gridar forte dallo spavento o altro: strìdere.

Guaguasciu. (Pasq.) s. m. Grido forte, acuto: strido.

Guaguasciusu. add. Si dice di qualunque cosa disformemente grande nel suo genere: bracato.

Guaìna. s. f. Strumento di cuojo dove si tengon i ferri da taglio: guaina. || Tutto ciò che serve a conservar checchessia, a guise di astuccio: guaina. || Specie di cucitura a basta dove si può passar cordoncino o altro: guaina. || Per vajana. V.

Guainetta. V. bajunetta.

Guaittaru. s. m. T. zool. Uccello d’acqua.

Guaituni. s. m. T. mar. Guardia che si fa in mare dalle ore quattro alle otto della sera: gaetone; e si divide in due cioè primo e secondo gaetone.

Guajana. V. vajana.

Guajassa. V. curtigghiara (Scimonelli).

Guaju. s. m. Disgrazia, danno: guajo. || Impaccio, imbroglio: guajo. || guai a tia, a vui, ecc., locuzione minaccevole: guai a te, a voi, ecc. || guai e tacchi d’ogghiu, pericolo o danno difficile a schivarsi. || passari un guaju: incorrere in un malanno. || Prov. cu’ cancia la via vecchia pri la nova, li guai chi nun cerca ddà li trova o sapi chi lassa e nun sapi chi trova: chi lascia la via vecchia per la nuova spesse volte ingannato si trova, prov. noto. || guai e maccarruna si manciano caudi, bisogna spacciarsi presto delle cose pericolose: di colta son le buone sassate. || li guai vennu senza chiamati: le disgrazie van sempre apparecchiate. || un bonu muccuni e centu guai, chi per un piccolo bene presente non cura mali futuri: un buon boccone e cento guai. || essiri un saccu di guai, aver moltissimi acciacchi. || guai cu la pala e morti mai, tutti i guai sono meno che la morte: a palate i guai, e morte mai.

Gualignu. V. eguali.

Guancia. (D. B.) V. mascidda.

Guappu. V. vappu e derivati. Ritrae più dal Napolitano; che dice: guappu.

Guaragnu. V. guadagnu e simili.

Guaranu. (Pasq.) V. scapulu.

Guardabbordu. V. parabbordu.

Guardabboscu. s. m. Ch’è preposto alla guardia de’ boschi; guardabosco.

Guardacascia. s. m. Arnese verticale dietro la carrozza.

Guardacoffa. s. f. T. mar. Pezzo di tela a basso della vela di gabbia, per difenderla dallo sfregamento: batticoffa (Zan. Voc. Met.).

Guardacosti. s. m. Chi è preposto alla guardia delle coste: guardacoste. || T. mar. Bastimento destinato a guardia delle coste: peniche (Pitrè nel Borghini).

Guardafraschi. s. m. Arnese dell’archibugio che difende e ripara il grilletto dalle frasche, quando il cacciatore entra fra le macchie: guardamacchie.

Guardafrenu. s. m. Sorta di spada.

Guardafrunti. s. m. Arnese che si tiene in capo ai ragazzi, acciò se cascano non si faccian male alla fronte: cércine.

Guarda Guarda. Interiezione che importa lo stesso che: guarda! cessi Dio, Dio non voglia.

Guardamagaseni. s. m. Chi custodisce i magazzini: guardamagazzini (Mort.).

Guardamanu. s. m. Arnese onde alcuni lavoranti ricuoprono la mano per ripararla nel lavoro: guardamano, manòpola. || L’elsa della spada: guardamano.

Guardamentu. s. m. Il guardare: guardamento.

Guardanappa. s. m. Sciugatojo: guardanappa o guardanappo (ma entrambo antiquate).

Guardanàtichi. Nome scherzevole che si dà ai servidori piccini.

Guardanfanti. s. m. Arnese che portavano le donne come oggi il crinolino, per gonfiar i vestiti: guardanfante, guardinfante.

Guardapanza. s. m. Fascia di roba, alle volte armata di stecche, per istringere la pancia.

Guardapettu. V. bustu.

Guardapiattu. s. m. Arnese da custodire le vivande nei piatti: guardavivande.

Guardaporta. V. guardapurtuni.

Guardaportu. s. m. Chi è preposto alla custodia del porto: guardaporto.

Guardapurtuni. s. m. Colui che sta alla custodia della porta di un palazzo, di una casa: portinajo, portiere, guardaportone (quest’ultima voce a molti non garba).

Guardari. v. a. e intr. Dirizzare la vista sopra un oggetto, osservare: guardare. || Essere volto verso di una parte, rispondere, riuscire, e si dice anco di cose inanimate: guardare. || Custodire, tener in guardia: guardare. || Far la sentinella: guardare. || Procurare, cercare: guardare. || Scampare, difendere, assicurare: guardare. || Aver l’occhio, avvertire, prender guardia: guardare. || Aver riguardo, considerare: guardare. || guardari di una cosa o persuna,