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MAR — 569 — MAR


essiri ’na maravigghia, è il colmo della lode che si fa: esser una maraviglia. || a maravigghia, in modo di destar maraviglia: a maraviglia. || – di Francia. T. bot. bietola che ha molte foglie di più colori: maraviglia. Impatiens balsamina L.

Maravigghiarisi. v. rifl. a. e intr. Prendersi maraviglia: maravigliarsi, meravigliarsi. || Rimproverar altrui di qualche fallo: maravigliarsi. || nun mi maravigghia, dicesi per rendersi ragione d’un fatto che pur dia la ragione di un altro: non maraviglia! P. pass. maravigghiatu: maravigliato.

Maravigghiazza. pegg. di maravigghia: maravigliaccia.

Maravigghiuna. accr. di maravigghia.

Maravigghiusamenti. avv. In modo maraviglioso: maravigliosamente.

Maravigghiusissimamenti. avv. sup. Maravigliosissimamente.

Maravigghiusu. add. Che reca maraviglia: maraviglioso. Sup. maravigghiusissimu: maravigliosissimo.

Maraviglia. E in qualche vernacolo anco maravigna. V. maravigghia.

Marca. s. f. Pezzo di metallo coniato a foggia di moneta ad uso di giuoco: gettone. || Contrassegno, marchio che si appone alle mercanzie od altro: marca. || Macchia morale di turpitudine o infamia: nota.

Marcari. v. a. Improntare dal marchio pubblico: marcare. || Guardar attentamente un oggetto: osservare. E volgere l’attenzione all’oggetto a fine di meglio conoscerlo e rammentarlo: notare. || Far segno, disegnare: segnare. || Scrivere, metter in una lista, registro: segnare. || – lu tempu: misurare, battere il tempo. || – li paroli, pronunziarle distintamente: spiccar le parole. || marcarisi, intr. pass. Far comparsa, vista, risaltare, in buono e in cattivo senso: spiccare (intr.), dar nell’occhio, aocchiare (Nerucci).

Marcasita. s. f. Piriti capaci di pulimento, o più particolarmente le piriti arsenicali, ed i minerali di cobalto cristallizzato: marcassita, marchesita. || Corpo minerale semimetallico, bianco gialliccio, che s’incorpora agevolmente con tutti i metalli: bismutte.

Marcatamenti. avv. Con ispicco: spiccatamente. || Espressamente: segnatamente. || Palesemente: visibilmente, formalmente, chiaramente.

Marcateddu. dim. di marcatu.

Marcatu. add. da marcari: marcato. || Osservato, notato. || Segnato. || Che spicca: spiccato.|| Detto di lineamenti vivamente improntati, espressivi: pronunziato (l’usa il Vinci).

Màrcatu. s. m. Il luogo dove sta la gregge, cogli accessorii: mandra. || firriari pri marcati e pri mulina: andar a zonzo, andar ajone.

Marcellina. s. f. (An. Cat.). Specie di stoffa di seta: marcellina.

Marcettu. Aggiunto di cacio marcio, o d’altre cose imputridite.

Marchi. (A li (Pasq. e Caruso). In grande scarsezza.

Marchiatu. add. Insolente (M. Calì).

Marchiggiari. v. intr. Usar trafurellerie per infinocchiare: tranellare. || Allettare adulando: lusingare.

Marchìggiu. s. m. Frode studiata per trarre in inganno: tranellerìa. || Atti o parole lusinghevoli, arte ingannatrice: machia, moine.

Marchiggiusu. s. m. Chi usa tranellerie: tranellatore, macchinativo, machione, lezioso.

Marchisatu. s. m. Dominio, e il titolo di marchese: marchesato.

Marchisazzu. pegg. di marchese: marchesaccio.

Marchiseddu. V. marchisinu.

Marchisi. s. m. Titolo vanitoso dell’aristocrazia anco cristiana: marchese. È anche il mestruo delle donne: marchese. || Onde aspittari, aviri lu marchisi: aspettare, avere il marchese.

Marchisinu, Marchisuzzu. dim. di marchese: marchesino.

Màrcia. s. f. Umor putrido che si forma negli enfiati, nelle ulcere: màrcia. || Il marciare: marcia. || Suono delle bande che accompagnano || marciare: marcia. || – sfurzata, la marcia veloce, accelerata: marcia forzata.

Marciamentu. s. m. Il marcire: marcigione. || Il marciare.

Marciapedi. s. m. Quello spazio più alto ai lati della strada, dove passan i pedoni, senza esser incomodati dalle carrozze: marciapiede.

Marciari. v. intr. Il camminar degli eserciti, dei soldati: marciare. || Andare, partirsi semplicemente: marciare. || att. Far divenire marcio: marciare. || Detto di bestie da soma, far guidaleschi, e nel rifl. aver guidaleschi: inguidalescare, inguidalescarsi. P. pass. marciatu: marciato. || Inguidalescato.

Marciata. s. f. Il marciare, fare una marcia: marciata.

Marciatura. s. f. Piaga leggiera in parte ove sia stata levata la pelle: scorticatura.

Marciri. v. intr. Putrefarsi, divenir marcio: marcire. E si usa anco att. e rifl. a. || met. marciri a ’na banna, starci molto tempo: marcire in un luogo. P. pass. marciutu: marcito.

Màrciu. add. Putrido, pien di marcia: màrcio. || sost. La parte marcia di checchessia: marcio.

Marciumi. s. m. Qualità di ciò che è marcio, cose marcie: marciume.

Marciusu. add. Pien di marcia: marcioso.

Marcu-Portapolisi. V. chiaiteri. || – cabalana. V. marsigghiana. (Rocca).

Màrdanu. s. m. (An. M.). Piastrella di pietra o altro, in cui s’infila la cocca da piè del fuso, acciocchè aggravato da esso giri meglio: fusajuolo.

Mardiri. V. ’mmalidiri.

Mardonna. s. f. La padrona di un giardino. Da madonna nel senso di padrona (a Catania). V. anco maddonna.

Mardrappa. V. gualdrappa.

Maresciallu. s. m. Titolo di suprema dignità nello esercito, in alcuni corpi però è poco più che un sergente: maresciallo.

Maretta. s. f. Piccola conturbazione del mare, quando fa le onde spesse e spumose, sì che travagli la nave: maretta. || met. Lieve disturbo, discordia. || Lo dicon i negozianti per esprimere poca vendita.

Marfarata. s. m. (An. M.). Cosa disdicevole: sconvenevolezza.