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MOR — 606 — MOR


Morbidissimamenti. avv. sup. Morbidissimamente.

Morbidizza. s. f. Qualità di ciò che è morbido: morbidezza. || T. pitt. Pastosità: morbidezza.

Mòrbidu. add. Delicato, soffice, liscio: mòrbido. || T. pitt. Colore o disegno fuso, impastato, delicato: morbido. Sup. morbidissimu: morbidissimo.

Morbiduliddu. V. morbidettu.

Morbu. s. m. Male, malattia: morbo.

Morbugàllicu. V. malifrancisi.

Morbusu. add. Che ha morbo: morboso. (Mort.).

Mordaci. add. Che morde, di persona che frizza co’ discorsi: mordace. Sup. mordacissimu: mordacissimo.

Mordacità. s. f. Qualità, di ciò che è mordace: mordacità.

Mordenti. V. murdenti.

Mordorè. Voce straniera, colore giallo rossastro: mordore (Mort.).

Morfitu. add. Velenoso. || Sonnifero.

Moribbundu, Moribbunnu. Che è in termine di morire: moribondo.

Moriggeratizza. s. f. Regola lodevole di costume: morigeratezza.

Moriggeratu. add. Ben accostumato: morigerato. || Discreto.

Mòriri. V. muriri.

Morsa. s. f. Strumento fermato al pancone, con cui gli artefici tengon fermo il lavoro: morsa. || Strumento di legno ad uso di stringere i lavori di legno di fresco incollati, e tenerli fermi finchè la colla abbia fatto presa: morsa. || – a manu, piccola, da tenersi in mano: morsetta. || V. missa. Così a S. Fratello. || Pietra che sporge da’ lati del muro, onde potervi addentellare altro muro: morsa. V. mursagghia. || – di vancu, o ’n testa, o a la tudisca, l’istessa della prima, ma scorrevole: toppo da scorrere, o morsa alla tedesca.

Morsu. s. m. Boccone: morso. || Pezzo di checchessia: tocco, pezzo. || Per pezzo. Anco in senso di tempo o di luogo. || pigghiari un morsu: pigliare un boccone. || pigghiati chiddu morsu chi poi agghiuttiri: bisogna aprir la bocca secondo i bocconi, far tutto secondo si può. || stari un morsu, stare, dimorare un pezzo. || un morsu: un poco.

Mortali. add. Ciò che è soggetto a morire, o reca la morte: mortale. || nnimicu mortali, fin a morte: nemico mortale. || s. e pl. si dice degli uomini: mortali. Sup. mortalissimu: mortalissimo.

Mortalità, Mortalitati. s. f. Il morire in breve spazio molti: mortalità, mortalitade, mortalitate.

Mortalmenti. avv. In maniera mortale: mortalmente. || odiari mortalmenti, grandissimamente: odiare mortalmente.

Morti. s. f. Cessazione della vita: morte. Si dice pur di cosa inanimata. || essiri ’na morti, di cosa che cagioni morte, o noja grande: esser una morte. || a morti o finu a la morti, mortalmente: a morte, infin a morte. || Nel giuoco dell’oca, il sito dove chi arriva paga e ricomincia: morte. || – di subbitu o subbitània, improvvisa: morte subitanea o repentina. E a morti subbitania, vale, all’improvviso: di subito. || Ricettacolo d’acqua o d’altre sozzure: bottino. || E la lastra forata che cuopre il bottino: stellone se è a fori tondi, feritoja se i fori son lunghi. || La figura della morte, cioè lo scheletro: morte. || chista è la sò morti, si dice delle vivande, cioè così vanno apparecchiate: questa è la sua morte. || stari di supra comu la morti, attaccarsi nojosamente appresso alcuno: esser una mosca culaja. || turnari di morti a vita, quando da condizione gravissima a un tratto ci troviamo liberi: tornare da morte a vita. || fari bona o mala morti, morire rassegnato o no: far buona o mala morte. || megghiu la morti! esclamazione disperata. || azzuffarisi cu la morti, essere stato in pericolo di morire. || avirila a morti cu unu, odiarlo mortalmente. || essiri la morti a cavaddu, estenuato: esser la morte; o per ischerzo: esser la morte in coglia o nel tendone. || in casu di morti, in pericolo prossimo di morire: in caso di morte. || mettiri a morti, uccidere: metter a morte. || la morti sicca, per enfasi o per ischerzo a persona magra o che: la morte secca. || in puntu o in fini di morti, agli estremi della vita: in fine di morte. || pron. a la morti sula nun cc’è rimediu, ma alle altre cose sì: a tutto c’è rimedio fuorchè alla morte. || cc’è morti e vita, per indicar che non siamo sicuri del domani o del poi per lasciar indecisi gli affari: la morte non ha calendario. || essiri la morti cu lu gnuranti, dicesi di due che a torto sempre contrastano. || aviri vistu la morti cull’occhi, essere stato in pericolo di morte: aver veduto la morte cogli occhi. || fari la morti chi avia a fari, essersi imbattuto nella gravissima sorpresa che si volea evitare. || morti addisiata nun veni mai, o la morti va unni nun è vuluta, e fui unn’è disiata, a chi si desidera la morte non muore mai: morte desiderata, cent’anni per la casa. || l’acqua e la morti aspettala ca veni, o morti e maritu (o e patruni) nun spiari quannu veni: morte e padrone non domandare quando viene. || la morti veni scusata di tutti: la morte non vuol colpa. || a la morti e a lu pagamentu tarda quantu poi: alla morte e al pagamento indugia quanto puoi. || quannu accumenza la vita nasci la morti, appena si nasce si è soggetti a morire: il primo passo che ci conduce alla vita ci conduce alla morte. || a la morti si spinna lu picciuni, il testamento va in vigore dopo morto il testatore, o simile. || la morti a passu lentu arriva a chiddu chi curri, è inesorabile. || la morti conza e guasta, c’è a chi fa ereditare e a chi fa perdere: la morte altri acconcia, altri disconcia. || la morti nun porta rispettu o a nuddu la pirduna, o nun la pirdunau a Cristu, o nun sparagna re di Francia nè re di Spagna: la morte non sparagna re di Francia nè di Spagna. || la morti veni quannu menu s’aspetta, o quannu menu ti lu penzi la morti veni: la morte viene quando meno s’aspetta. || una bona morti onura tutta la vita, un solo atto onora la vita. || nudd’armatura resisti a la morti, contro la morte non vale armatura. || la morti nun si po’ fuiri, è naturale: nè la morte nè l’amor si può fug-