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PLA — 749 — POI


cente: plausibile. Sup. plausibbilissimu: plausibilissimo.

Plausibbilità. s. f. Qualità di ciò che è plausibile: plausibilità.

Plausibbilmenti. avv. In modo plausibile: plausibilmente.

Plàusu. s. m. Applauso, segno di approvazione: plàuso.

Plazza. s. f. Stipendio de’ soldati: piazza. Per cui piazza morta si dice la paga che tira il capitano per quel soldato che non ha.

Plebbagghia, Plebbaglia. pegg. di plebe: plebaglia. || E spesso danno questo nome alla gente che non ha altra colpa che d’esser povera.

Plebbèu. add. Di plebe: plebeo. || Vile, basso: plebeo. || sost. Uomo della plebe: plebeo.

Plebbi. s. f. La parte del popolo più povera, e abbrutita perchè da tutti calpestata: plebe.

Pleca. V. plica.

Pled, Pleddi. s. m. Scialle da uomo per tener calde le spalle: spallino, fascettone. (Inglese, plaid: sorta di mantello de’ montanari Scozzesi).

Pleggiu. s. m. Quegli che promette per altrui, obbligando sè e il suo avere: mallevadore. || La cosa data in malleveria: pegno, sicurtà. || farisi pleggiu, entrar mallevadore: mallevare. || cu’ è pleggiu e nun paga nun si chiama pliggirìa, chi entra mallevadore e non paga non fa malleveria. V. preggiu. (Inglese, pledge: pegno).

Pleju. V. pleggiu.

Plenàriu. add. Pieno: plenario. E si dice di certe indulgenze che vendono o regalan i preti.

Plenilunari. add. Del plenilunio: plenilunare (Mort.).

Plenilùniu. s. m. Luna piena: plenilunio.

Plenniputenziariu. s. m. Quegli che ha piena facoltà di trattare con altro Stato: plenipotenziario.

Pleonasmu. s. m. T. gram. Ridondanza di parole, che raddoppiate rendono ornamento al parlare, sebbene qualche volta viziano: pleonasmo.

Plibbaglia. V. plebbaglia.

Plica. s. f. Malattia che consiste nello stravasamento della parte più sottile del sangue, che invade il vano de’ capelli: plica. (Mort.). || Per piega.

Plicari. V. piegari.

Plichiceddu. dim. di plicu.

Plicu. s. m. Quantità di lettere o scritti rinvolti, sigillati sotto la stessa coperta: plico.

Pliddiceddu. dim. di pleddi.

Pliggiari. v. intr. Promettere per altrui obbligando sè: mallevare. || Prov, cu’ pleggia paga, o cu’ pleggia per autru paga per sè stissu: chi sta per altri paga per sè. || V. anco priggiari P. pass. pliggiatu: mallevato. V. anco preggiari. (Inglese To-pledge: dar in pegno, mallevare).

Pliggiaturi. V. pleggiu.

Pliggirìa. s. f. Promessa del mallevadore, sicurtà: malleveria. || dari pliggiria: dar malleveria. || Prov. gabbelli nun pigghiari nè priggirìa, si tu nun voi muriri in priggiunìa: chi entra mallevadore entra pagatore. (Da pleggiu o preggiu).

Plui. V. A. per cchiù V. (Salom. da Lentini).

Plurali. s. m. Il numero del più: plurale.

Pluralità. s. f. Il numero maggiore: pluralità.

Pluviali. add. Appartenente a pioggia: pluviale.

Pocavanti. avv. Or ora: dianzi, pocanzi.

Pochettinu. dim. di pochettu: pochettino.

Pochettu. dim. di pocu: pochetto, pochino.

Pocu. add. Il contrario di molto: poco. || pocu nasca, svogliatezza, disidia. || una pocu, una quantità: un pochi, alquanti, parecchi. || qualchi pocu, non molto, ma nemmeno poco: qualche poco. || Prov. cu’ pocu teni nun pò spenniri assai: chi ha poco spende meno. || cu’ si cuntenta di lu pocu godi: chi si contenta al poco trova posto in ogni loco. || scusati s’è pocu, per ironia si dice quando si è detto o veduto o ricevuto cattiveria, o sciocchezza o altro ma di grosso: scusate se vi lodo. || avirinni pocu, di cosa che dovrà durar poco ancora: ce n’è per poco. || a pocu a pocu: a poco a poco. || di pocu, per poco: a poco, p. e. mancò a poco di..., era lì lì per... || Prov. megghiu è lu pocu e gudiri cuetu, ca l’assai pussidiri in malu statu, che si dice anco megghiu cu pocu gaudiri, ca cu l’assai trivuliari: val più un buon giorno con un ovo, che un malanno con un bue. || fa cuntu di lu pocu: un poco e un poco fa un tocco. || cu lu pocu si fa l’assai. V. in picca un prov. simile. || si lassi lu pocu pr’aviri l’assai, resti pizzenti e nenti avirai: non lasciare il poco per l’assai, che forse l’uno e l’altro perderai. E si dice anco, perdiri lu pocu pri assai: perdere il trotto per l’ambiadura. || cu’ fa lu pocu pò fari ancu l’assai, chi sa fare una cosa, ne può fare altre simili. || cu’ pocu avi, caru teni, perchè: le cose rare sono le più care.

Podagra. s. f. Malattia che vien a’ piedi, artritide semplice: podagra.

Podagrària. s. f. T. bot. Pianta odorosa, bruna al di fuori, bianca dentro, fiori verdastri: angelica selvatica. Sison podagraria L.

Podagrusu. add, Che patisce podagra: podagroso.

Podumani. avv. Dopo domani, parola composta da po’ e dumani: diman l’altro, posdomani.

Podirusamenti. avv. In modo poderoso: poderosamente.

Podirusu. add. Che ha podere, forza: poderoso. Sup. pudirusissimu: poderosissimo.

Poema. V. puema e tutti i seg.

Poesìa. V. puisìa.

Poggettu. V. puggettu.

Pògghia. s. f. Dicesi da’ giocatori quando raddoppiano la vincita. || Pezzi di metallo coniati che servono nel giuoco, valutandone tanti per una quantità di moneta: gettone.

Pòggia. s. f. T mar. Corda che si lega all’un dei capi dell’antenna, a destra, onde per poggia s’intende la destra della nave: poggia.

Pòggiu. s. m. Luogo eminente: poggio. || Scalino ad uso di salirvi per montar comodamente a cavallo: montatojo, cavalcatojo. || Per muredda V.

Pòglia. V. pogghia.

Pogu. V. piau. Così a S. Fratello.

Poi. avv. di tempo: poi. || prepos. per dopo: poi. || a poi,