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mitta. || – di li morti,quelle nicchie murate nelle sepolture ove i cadaveri depongono le interiora.

Sculazzari. v. a. Levar la culatta a checchessia. || Dicon i venditori, il vender il rimasuglio delle derrate.

Sculazzioni. s. f. T. med. Stillicidio involontario dell’uretra dell’uomo: scolazione.

Sculazziunedda. dim. di sculazzioni.

Scullatu. V. scollatu.

Scullinu. dim. di scolla.

Scullucari. v. a. Contrario di collocare.

Sculpari. V. scurpari.

Sculpiri. v. a. Formar immagine su pietra: scolpire. || met. Di cosa che faccia profonda impressione e rimanga al cuore o alla mente: scolpire. P. pass. sculpitu, sculputu: scolpito.

Scultura. s. f. L’arte dello scolpire: scultura. || La cosa scolpita: scoltura.

Sculturedda. dim. di scultura: sculturina (in Firenze).

Scultureddu. dim. di sculturi.

Sculturi. s. m. Colui che scolpisce: scultore.

Sculu. s. m. Lo scolare, esito delle cose liquide: scolo.

Sculurimentu. s. m. Lo scolorire: scolorimento.

Sculuriri. v. intr. Perder il colore: scolorire. P. pass. sculuritu, sculurutu: scolorito.

Sculuruta. s. f. Il perder il colore.

Sculuruteddu. add. dim. Un po’ scolorito.

Sculurutizzu. add. Alquanto scolorito.

Scuma. s. f. Aggregato d’infinite bolle che si producono nel liquido o per calore o per forte agitamento: schiuma, spuma. || Per bava V. || – di birbanti, per dar più forza alla ingiuria: schiuma de’ ribaldi, e simili. || – di zuccaru, V. ciurettu. || met. Per vezzo, carino, bellino. || scumi, T. conf. Dolciumi delicati di varie maniere. || scuma di mari, dicesi di cosa che presto svanisca. || E dicesi di cosa sommamente bianca. || farinni la scuma a la vucca d’unu, lodarlo grandemente. || cu la scuma a la vucca, si dice di chi ha fatto una cosa più che sollecitamente, e specialmente di chi ha corso a più non posso. || Dicesi anco di chi è adirato. || lassari unu cu la scuma a la vucca, dargliene tante da lasciarlo quasi morto.

Scumalora. s. f. Mestola forata ad uso di levar via la schiuma delle cose che si fanno cuocere: schiumatojo.

Scumari. v. a. Togliere la schiuma: schiumare. || intr. Fare o generare schiuma: schiumare, spumare || Si dice anco del terreno quando comincia a coprirsi di germogli delle cose seminatevi. || Prov. quannu la pignata scuma, lu focu troppo adduma, e s’usa pure al fig. di chi parla risentito. P. pass. scumatu: schiumato.

Scumatura. s. f. L’atto dello schiumare la pentola, e la schiuma che se ne cava.

Scumaturi. V. scumalora.

Scumazza. pegg. di scuma; e s’intende la bava. || fari scumazza, gridare, sparlare contro alcuno: sbraitare, far la bava. E anche: sbravazzare. || farisi la scumazza a la vucca, lodare grandissimamente: lodare a piena bocca. || Certi sprazzi di spuma interrotti siccome le onde dibattentisi: pecorelle.

Scumazzari. v. intr. Fare grande spuma. || V. in scumazza fari scumazza.

Scumbrari. v. a. Levar da un luogo, pulire: sgombrare.

Scumbrisciri. V. A. (Scob.) V. sparnuzzari.

Scumera. V. scuma (Pasq. e D. B.).

Scumiari. v. a. T. pesc. Vuotare la verta arrovesciandola: svertare.

Scumicedda, Scumidda. dim. di scuma.

Scumidda. s. f. Tessuto antico di seta, oggi in disuso: spumiglia.

Scumijari. v. a. Guardare con attenzione, cercare di scoprire, aguzzare la vista: sbilurciare.

Scumìnica. V. scumunica.

Scumitanza. V. scommuditati. || Prov. la scumitanza ogni erruri fa fari, la necessità non ha legge.

Scumitari. V. scommudari.

Scumituliddu. V. scommuduliddu.

Scùmiu, V. minchiuni.

Scummegna, Scummenia. V scunvènia.

Scummettiri. v. a. Giuocare per mantenimento di sua opinione pattuito quel che si deve vincere o perdere: scommèttere. || fig. Seminar discordie: scommettere. || Fare istanza, importunare, stimolare e specialmente in amore: invitare, sollecitare all’amore. || Vale anco: provocare. || E anco semplicemente rivolger la parola ad uno, attaccar discorso. || V. scuncicari. || Muoversi, far parola: far senso. P. pass. scummittutu: scommesso. || Sollecitato.

Scummigghiari. v. a. Contrario di cummigghiari: scoprire. || scummigghiaricci lu culu, per dare sculaccioni: alzare uno dietro (Lori). P. pass. scummigghiatu: scoperto.

Scumminamentu. s. m. Rimescolamento, confusione: scombussolìo.

Scumminari. v. a. Scomporre: scombinare. || Guastare, disfare, sconciare. || Di una cosa che ci scomoda e ci frastorna i disegni già fatti: dissestare. || Rimescolare, metter sossopra: scombussolare. || Seminar discordie: scommettere. || scumminarisi, venire in discordia: scommettersi.

Scumminatu. add. Da scombinare: scombinato. || Strano. || Disfatto. || Dissestato. Scommesso. Vale anco: balzano, pazzericcio. || Scomposto negli abiti ecc.: sciamannato, arruffato.

Scummissa. s. f. Patto che si debba vincere o perdere sotto alcuna determinata condizione: scommessa. || scummissa ca io cci vaju!, scommettiamo che io ci vo: vale e che io ci vado!

Scummissedda. dim. è talora l’istesso che scummissa.

Scummittituri. verb. m. Provocatore.

Scummudari. V. scommudari.

Scumpagginamentu. s. m. L’atto e l’effetto dello scompaginare: scompaginamento.

Scumpagginari. v. a. Torre la simmetria, confonder l’ordine: scompaginare. P. pass. scumpagginatu: scompaginato.

Scumpagginazioni. s. f. Lo scompaginare: scompaginazione.