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non ebbero menomamente parte ingegneri forestieri, il che non si può dire delle altre strade ferrate italiane, e neppure di quelle di Francia e di Germania ove almeno per gli studj si ebbe quasi sempre ricorso a tecnici d’altre nazioni. Noi ci congratuliamo pertanto nel vedere l’abilità degli ingegneri del regno Lombardo-Veneto che seppero condurre a buon termine le tante opere difficilissime che si sono dovute eseguire nelle due sezioni di questa nostra strada, fra le quali primeggia il ponte sulla veneta laguna che non dubitiamo di chiamare uno dei maggiori portenti dell’arte. Ed a questo regno appartiene parimenti i direttore generale delle strade ferrate dell’Impero d’Austria, ed alcuni dei principali ingegneri addetti a quella direzione, ed un milanese fu chiamato in Inghilterra per prender parte alla costruzione di una nuova strada ferrata ad aria compressa.
F. Sanseverino.
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G.B., ingegnere aggiunto del territorio lombardo, e direttore dei lavori di tutto il tronco da Milano a Treviglio. ― Sig. Villa Pompeo, ingegnere dirigente i lavori da Milano a Pozzuolo. ― Sig. Salterio, ingegnere dirigente i lavori da Pozzuolo a Treviglio, compreso i ponti dell’Adda e Muzza. A lui erano soggetti prima i signori ingegneri assistenti Broglio, Marini e Robecchi, poi Villa Pompeo. ― Il sig. ing. Mari per le misure dei fondi, ecc. ― Il sig. ing. Silvestri, direttore dell’officina ed armamento da Milano a Treviglio. ― Il sig. ing. Zambelli, dirigente la costruzione dell’armamento da Milano a Treviglio.