Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/116

Da Wikisource.
90 argonautica.

     690Quando poi Sirio arse in sua vampa il suolo
     Dell’Isole Minoidi, e gli abitanti
     Più non avean riparo alcun, da Febo
     Inspirati Aristeo propulsatore
     Invocâr del flagello; ed ei del padre
     695Obbedendo al comando uscì di Ftia,
     E andò sua stanza a porre in Ceo, seguìto
     Dal popolo Parrasio che discende1
     Da Licaone. Un grande altar vi pose
     A Giove Pluvio, e instituì ne’ monti
     700Sacrificii devoti a Sirio ardente,
     E allo stesso Saturnio; e da quel dio
     Quindi mandati a rinfrescar la terra
     Per ben quaranta dì soffiano ogni anno
     Gli etesii venti; e i sacerdoti in Ceo
     705Quindi compiono ancor, pria che la stella
     Sorga del Cane, i sacrificii santi.
Tale origin si canta aver quell’aure,
     E da quelle impediti a far cammino,
     Attendean gli Argonauti; e i Tinii intanto
     710In gran copia ogni dì doni ospitali
     Porgean loro, a Fineo gratificando.
     Alfin gli eroi, poi che un altare eretto
     Hanno a’ dodici dei del mar sul lido
     Presso al lembo dell’acque2 e sacrificio

  1. Var. ai v. 696-697. E andonne a stanza in Ceo, seco adducendo

    Stuol di popol Parrasio, ond’è la stirpe
  2. Il D’Orville, il Buttmann e il Wellauer spiegano il vocabolo πέρην per ex adverso, cioè su la costa asiatica; ma, poichè nel verso